La Flavescenza dorata. Un bel problema!4 min read

Quest’anno è riapparso un problema non da poco, la flavescenza dorata.
In alcune aree vitate del Nord Italia (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna) dalla primavera scorsa si è verificato un incremento dei sintomi nei vigneti già colpiti in precedenza e si è osservata la malattia anche in nuove vigne ed in zone non precedentemente interessate dal problema. Risultano colpite alcune delle varietà più importanti per la viticoltura: barbera, nebbiolo, dolcetto, moscato, cortese, più diversi  vitigni internazionali.

Il fitoplasma reperito costantemente nelle aree colpite è in grado di causare gravi perdite di produzione, in breve tempo: negli anni di maggior recrudescenza della malattia, ci sono stati casi dove nell’arco di due stagioni vegetative, il 50-70 % delle piante sono divenute totalmente improduttive.

La trasmissione della flavescenza dorata avviene per mezzo di un insetto vettore; l’unico finora accertato è il cicadellide Scaphoideus titanus (Ball). Lo scafoideo, nutrendosi sulle viti infette, acquisisce il fitoplasma (un microrganismo simile ai batteri) e successivamente, dopo un periodo di latenza, può inocularlo alle viti sane propagando in modo persistente; il vettore rimane infettivo per tutta la durata della sua vita.

La flavescenza dorata può anche essere trasmessa per innesto e quindi attraverso l’uso di materiale vivaistico infetto; è provata infatti la sua diffusione attraverso l’impiego di marze e portainnesti derivanti da piante infette. Non vi è trasmissione della malattia né con i tagli di potatura né attraverso i residui lasciati nel terreno.

Esistono differenze di sensibilità tra i diversi vitigni; ad esempio, è frequente ritrovare vigneti di Barbera molto danneggiati accanto ad altri di Moscato poco colpiti. La malattia è molto dannosa poiché incide sulla produzione fino ad annullarla. Oltre all’effetto sulla singola pianta la flavescenza ha un impatto devastante nel vigneto perché può rimanere latente per alcuni anni manifestando solo qualche sintomo su pochissime piante per poi dare origine ad un andamento epidemico che, nel giro di 3-4 anni, conduce alla distruzione della capacità produttiva di tutte le piante.

I sintomi della flavescenza dorata si evidenziano su foglie, germogli, tralci e grappoli; alcuni sono riconoscibili già a partire da metà maggio (germogliamento irregolare) altri, come la colorazione settoriale delle foglie e la mancata lignificazione dei tralci, sono più tardivi e maggiormente visibili da metà agosto a fine settembre.

SINTOMI CHIAVE DELLA FLAVESCENZA DORATA

 Germogliamento irregolare con “germogli striminziti” dal capo a frutto.

 “germogli striminziti” cioè con internodi accorciati, andamento a zig-zag e foglie piccole e/o bollose (più avanti nella stagione rispetto al germogliamento e non riferibili ai primi.

 arrossamenti o ingiallimenti attorno alle nervature delle foglie (se avvengono a inizio stagione le foglie colpite si staccano dopo poco, picciolo compreso).

 disseccamento delle infiorescenze e dei grappoli in varie fasi di sviluppo fino alla chiusura (se avviene precocemente, dopo un po’ il grappolo secco si stacca).

 arrossamenti o ingiallimenti di settori di foglia delimitati dalle nervature principali.

 distacco anticipato delle lamine fogliari con permanenza del picciolo sul tralcio.

 appassimento anche solo di parte di porzioni di grappolo dopo la chiusura.

 aspetto flessuoso e gommoso del germoglio e difficoltà nella lignificazione.

 marcato ripiegamento dei lembi fogliari verso il basso, cioè accartocciamento a triangolo, sin dalla tarda primavera pressoché simultaneo su tutte le foglie dello stesso tralcio (tale sintomo non deve essere confuso con l’accartocciamento di tipo virale che compare solo dall’estate e colpisce prima le foglie più vecchie ed è associato ad arrossamenti che iniziano dai margini fogliari).

 ispessimento della lamina fogliare, consistenza cartacea.

Il contenimento "a posteriori" dopo l’esplosione di flavescenza dorata rischia di essere una corsa ineguale con la diffusione della malattia che è partita prima". (Boudon Padieu, 2002).

Per il viticoltore l’unica possibilità di combattere e prevenire la flavescenza dorata è quella di:
• abbattere la popolazione dell’insetto vettore mediante il ricorso a trattamenti insetticidi;
• monitorare accuratamente i vigneti con lo scopo di intercettare le prime piante con sintomi sospetti;
• estirpare le piante infette;
• eliminare le ceppaie e, qualora si dovesse posticipare tale operazione, contrastare la produzione di polloni;
• porre particolare cura alla prevenzione nei giovani impianti.

Un altro problema da risolvere, purtroppo!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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