La burocrazia soffoca i piccoli produttori7 min read

Questa mattina ho letto l’interessante articolo su Repubblica di Carlo Petrini sui troppi adempimenti burocratici che rischiano di soffocare i piccoli produttori di vino. Condivido pienamente quanto scrive e proprio per questo ho deciso di “riesumare” un articolo pubblicato addirittura nel 2007 su questo tema. Nel farlo chiedo ai produttori di vino di farmi sapere se e come è cambiata la cosa da allora; se ci sono ancora più adempimenti o se qualcuno è stato tolto o accorpato. Sarebbe interessante creare un quadro completo per poi inviarlo al nuovo Ministro dell’Agricoltura.

 

 

Caro diario,


stamani sono veramente emozionato. Tra pochissimo arriverà la donna dei miei sogni, la bellissima responsabile dell’UFFICIO REPRESSIONI FRODI. Spero che tra una vidimazione di registro e l’altra il discorso possa uscire dall’ambito lavorativo……Ho anche messo in preventivo una bella passeggiata nel vigneto, ma devo stare attento a non entrare nello stesso filare dove il responsabile dell’UFFICIO VIGNETI DELLA CCIAA sta facendo dei controlli. Dovrò anche scansare l’addetto del CCPB che sta verificando che la conduzione agronomica del vigneto sia a norma per essere dichiarati “bio”. Ora che ci penso in vigna troverò anche quello del CONSORZIO DI TUTELA che da stamattina presto sta misurando i vigneti per poi passare ad ispezionare la cantina. Stavo dimenticandomi del funzionario ARSIA, anche lui in vigna per vedere a che punto sono i trattamenti insetticidi e di quello della GUARDIA FORESTALE, che un controllino lo fa sempre. Mi rendo conto che la vigna è troppo affollata, forse potrei farle vedere il nuovo agriturismo: ci sono delle camerette meravigliose…… No, meglio di no! Ora che ci penso arriverà quello della POLIZIA PROVINCIALE per la solita ispezione e non voglio mi rompa le uova nel paniere. Se passa speriamo arrivi assieme a quello POLIZIA MUNICIPALE, che deve darmi il parere sull’abitazione degli operai e magari al responsabile dell’ UFFICIO TECNICO COMUNALE per quel discorso delle recinzioni. Quindi in vigna no, in agriturismo neppure, non mi rimane che la cantina: anche se non è molto poetica mi farà comunque sentire a mio agio. Basta che non sopraggiunga tra capo e collo la GUARDIA DI FINANZA per controllare le denunce di produzione e magari quello dell’ASL per quella vecchia bega delle acque reflue. Ma adesso ti lascio. Sento arrivare un’auto….sarà lei? Fremo al pensiero!

 

Caro diario,

giornata da dimenticare. Non era lei, erano i CARABINIERI, che dovevano constatare che non avessi lavoratori extra-comunitari a nero. Lei ha telefonato dicendo che passerà nei prossimi giorni, ma la sentivo fredda e distante. Per fortuna non ho avuto tempo di pensarci perchè sono dovuto scappare  all’ARTEA perchè c’era un errore nella domanda di aiuti e poi alla CCIAA per un certificato identificativo dell’azienda. Da lì sono andato alla PROVINCIA, per far vidimare la domanda di estirpazione. A quel punto ho deciso di farle una sorpresa e così sono andato fino al suo ufficio, che è praticamente in capo al mondo. Meno male l’ho fatto! Stavo per scordarmi di presentare i moduli per il nuovo operaio. Per fortuna accanto al suo c’è quello dell’ISPETTORATO DEL LAVORO e così mi sono salvato in corner. Lei però non c’era, ma tanto non potevo neanche dedicargli tempo perchè la stessa pratica ho dovuto portarla di corsa sia  all’INPS che all’INAIL. Col fatto che dovevo presentarmi dai VIGILI DEL FUOCO per il corso non ce l’ho fatta nemmeno a passare dall’UMA a prendere il gasolio agricolo: dovrò tornarci. Con tutto questo andirivieni non ho potuto fare il trattamento e nemmeno travasare le botti grandi. Pazienza, lo farò domani! Non prima però di aver parlato con l’ARPAT  per quello stramaledetto controllo ambientale…….

 

La storiella è completamente inventata ma di vero c’è una cosa, anzi ce ne sono 20: gli enti con cui un produttore di vino, piccolo o grande che sia, deve (come minimo) confrontarsi praticamente ogni giorno. Sono il primo a dire che i controlli sono fondamentali ma credo che dovrebbero avere un “giusto dosaggio”. In altre parole: un piccolo produttore, che deve “anche” seguire vigna e cantina rischia di passare più tempo sui fogli che sui grappoli. Il problema è serio: da una parte i giusti controlli (che però non evitano  assolutamente lo sviaggiare irregolare di vino, certificati e cisterne da Lampedusa a Bolzano) dall’altra il dover convivere con la BUROCRAZIA, in maiuscolo, può portare anche a perdere di vista i reali valori. Possibile che non si riesca a raggruppare queste funzioni in 3-4 enti  o istituzioni che permettano a chi vuole rispettare le regole di non perdere intere giornate di lavoro per farlo?

Il grido di allarme mi è arrivato da un  produttore di Radda in Chianti, Paolo Cianferoni, che nella sua azienda si trova in questa difficile situazione. Aveva esternato il forte disagio su YouTube e così gli ho chiesto di rifarmi l’elenco mettendo accanto ad ogni ente quello a cui è preposto. Lo riporto di seguito. Come vedrete vi sono varie sovrapposizioni. Non potrebbe il Consorzio di Tutela (in questo caso il Chianti Classico) adoperarsi perchè alcune funzioni vengano accorpate? Fino a quando uno si chiama Antinori o Zonin, ha sicuramente impiegati per ogni singolo ente ma quando tutto deve essere gestito dal “one man jazz band”, cioè dal singolo produttore, la musica cambia ed il rischio è che la BUROCRAZIA venga vista solo come un ostacolo  e non come una garanzia.

 

         
CCIAA,  per certificato anagrafico identificativi dell’impresa, controllo dell’impresa, controllo dei vini per il rilascio delle denominazioni
UFFICIO VIGNETI DELLA CCIAA per ogni variazione di superficie vinicola, per denunce di produzione, controlli vari.
ARTEA agenzia per l’erogazione in Agricoltura, controlla la documentazione delle domande di aiuto.
CCPB nel mio caso l’organismo controllore biologico, come AIAB, ecc. controlla registri, acquisti, conduzione agronomica delle colture
GUARDIA DI FINANZA controlla contabilità, registri, estensione vigneti, numero delle viti, produzioni.
CARABINIERI controlli generali, come controlli sui lavoratori extra-comunitari e non, controllo sui rifiuti, macchine agricole su strada e non., ecc.. Praticamente l’organismo controllore dei prefetti e questure, dei Ministeri come Ambiente e Agricoltura e rispetto delle numerose leggi, oltre alle sofisticazioni (i NAS),
UFFICIO REPRESSIONE FRODI: vidimazione registri, controlli produzioni, bolle di accompagnamento, ecc.
POLIZIA MUNICIPALE, controlli generali, come le abitazioni dell’azienda per lavoratori extra-comunitari e non, licenze, rispetto delle numerose leggi vigenti, come ad esempio quelle sanitarie, il braccio armato dei Comuni.
UFFICI COMUNALI (UFFICIO TECNICO E ALTRI), controlla tutto quello che concerne: vigneti, cantine, abitazioni, recinzioni, ecc., Inizi di attività, DIA, concessioni, controlli delle acque reflue e delle acque di approvvigionamento.
CONSORZI DI TUTELA (nel mio caso il Consorzio Chianti Classico): controllo delle estensioni dei vigneti, delle produzioni, delle idoneità, servizi ispettivi.
ARSIA, controlli fitopatologici, obblighi vari (ad esempio, obbliga i trattamenti insetticidi contro lo scafoideo,  controllo delle trappole), controlli agronomici vari.
AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE, controlli domande di estirpazione, reimpianti, superfici dei vigneti, produzioni, concessioni di qualsiasi tipo con relativi controlli, prescrizioni nei luoghi con vincolo idrogeologico.
POLIZIA PROVINCIALE: il braccio armato dell’amministrazione provinciale (ad esempio le ispezioni negli agriturismi)
ASL: controllo e concessioni di inizio attività ma anche di proseguimento, controllo acque reflue e di approvvigionamento, controllo delle cantine, dell’imbottigliamento, per la vendita diretta, dei lavoratori. Inoltre i medici della medicina del lavoro che controllano tutti i lavoratori e gli ambienti di lavoro (i coltivatori diretti però non sono controllati… chissà perchè), prescrizioni, corsi obbligatori, controlli haccp ecc.
ISPETTORATO DEL LAVORO: controllo dei lavoratori, delle assunzioni e dei licenziamenti.
VIGILI DEL FUOCO: corsi obbligatori, controllo cisterne gasolio, controlli estintori, rilascio conformità.
GUARDIA FORESTALE, per controlli sui vigneti
INAIL: controlli sui lavoratori e infortuni
INPS: controlli aziendali vari, "Dichiarazione Aziendale"  obbligatoria, controllo quantità delle ore necessarie per la conduzione, controllo dei pagamenti LAS e LAA.
ARPAT: accertamenti ambientali, controlli tecnici vari
UMA: eroga e controlla le quantità di gasolio agricolo utilizzato.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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0 responses to “La burocrazia soffoca i piccoli produttori7 min read

  1. Non ci dobbiamo dimenticare di quando tutti questi organismi girano a gruppi di tre.
    Ricordo anni fa , di un controllo incrociato alla quale fui sottoposta da parte di Nas Maf e Finanza, una di quelle giornate in cui pensi seriamente di andare a fare un altro mestiere.
    Quindi pensate a questi enti / organismi , quando cercano di unire le loro competenze che caos riescono a produrre.
    Poi pensate se qualche malaugurato produttore ha la scellerata idea di certificare il processo produttivo presso un ente terzo ( e non parlo solo di produzioni Bio) perchè ha la speranza che un ulteriore proliferare di carta apra sbocchi a nuovi mercati.
    Altra provocazione: qual’è l’organismo di controllo che da’ le indicazioni giuste al produttore sulle diciture da mettere in etichetta?
    Scusate ma a me la carta fa salire l’embolo
    saluti claudia

  2. tutto vero ma spesso, anche da parte delle organizzazioni imprenditoriali e di certi settori della politica, si fanno analisi troppo semplificate (tanto è vero che quando quei settori della politica, vedi Lega, vanno al governo i problemi non li risolvono). In agricoltura una parte importante del reddito deriva dal pubblico, quindi è logico che il pubblico voglia controllare dove finiscono i soldi. Se la PAC mi costa troppo tempo basta non fare domanda e rinunciare ai contributi. Altra cosa, nessuno dice mai che il passare da una certificazione ad una autocertificazione non comporta solo semplificazione, ma anche assunzione di responsabilità  su quanto si dichiara, con possibili conseguenze civili e penali. Le DOC e DOCG generano carichi burocratici legati ai controlli, ma non è mica obbligatorio fare vini a DOC, posso fare vini generici, se voglio certe garanzie devo accettare i controlli. In conclusione, sଠalla semplificazione, ma basata su analisi e proposte serie: su questo tema sento troppi slogan inconcludenti da parte di gente che parla a vanvera, il risultato è che la burocrazia ha buon gioco nell’affermare il principio del “nonsipuotismo” e cosଠnon si semplifica mai nulla.

  3. caro Carlo,
    la storiella, con i debiti aggiustamenti, sarebbe perfetta anche per la categoria ristoratori, purtroppo anche per noi il tempo da dedicare alle scartoffie e’ diventato addirittura superiore a quello da dedicare alla cucina, ma il male maggiore e’ che la tendenza e’ quella di aumentare la BUROCRAZIA e questo mi fa molto preocccupare….
    Vorrei anche lumi sulla famosa bottiglia da me ordinata quando te la devo paagre?
    un abbraccio
    ste

  4. c’è da aggiungere che ogni regione ha poi delle normative diverse con relativi enti che aggiungono altre incombenze per non parlare poi della arroganza con cui spesso si presentano in azienda mentre stai lavorando magari dalle quattro del mattino. Arroganza che spesso si traduce nella fatidica frase”qui manca il cartellino-la dicitura e inesatta-non ha fatto la raccomandata nei tempi previsti- c’è una discordanza di 8 bottiglie su 15.000 tra registri e situazione di cantina- finale dobbiamo fare la multa o addirittura chiudere la cantina sa è la legge.L’ultima volta esasperato ho preso le chiavi della cantina le ho date ad uno dei “CONTROLLORI” e me ne sono andato.

  5. @mauriziogily la burocrazia non potrà  mai essere eliminata ed è anche giusto, se si vuole certificazioni, avere dei controlli. Spesso però tanti passaggi potrebbero essere superati da una parte dall’autocertificazione e dall’altra da una distribuzione, anzu redistribuzione intelligente delle funzioni di controllo. @claudia Calma Claudia! @ste per la bottiglia stai tranquillo, ti farò sapere@fabrizio. Caro Fabrizio, mi hai dato un’idea eccezionale per entrare in possesso di una cantina. Faccio finta di essere un funzionario del ASNAZFGRT, porto all’esasperazione il produttore e, quando lui incazzatissimo mi getterà  le chiavi della cantina, cambio la serratura ed è fatta!

  6. Io continuo a soffrire per queste questioni e quando penso a una possibile soluzione soffro di più. Allora, quando sono molto depresso, mi immagino come in un delirio di dare le chiavi della cantina (non a te Carlo!) e di vendere tutto ai cinesi (alla faccia dell’italianità ) per provocazione. Quando son sano penso invece a l’utilità  di queste denunce nella speranza che si muova qualcosa.

  7. Vorrei chiarire che quando parlo di chiacchieroni inconcludenti non mi riferisco ai produttori ma a politici e istituzioni e organizzazioni che dovrebbero affrontare il problema in modo serio e non propagandistico. Cosa non facile anche perchè molte organizzazioni tuonano contro la burocrazia ma sono i primi che ci bagnano il becco, fornendo assistenza a pagamento alle imprese per la compilazione delle odiate carte.

  8. Nion c’è solo il problema dei controlli, che in alcuni casi è giusto che ci siano, ma degli adempimenti burocratici quotidiani e del tempo che ti fanno perdere. Siamo costretti a stare troppo tempo in ufficio oppure a girare per uffici.
    Un altro problema è la “molto” libera interpretazione delle leggi da parte dei funzionari che ti controllano o che seguono le tue pratiche e che ti fanno trovare in situazioni Kafkiane

  9. Vi segnalo che la FIVI Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti ha istituito un gruppo di lavoro ed elaborato un Dossier Burocrazia che è stato prensetato al mercato dei Vini di Piacenza lo scorso Dicembre (potete vedere la presentazione al segunete link http://www.youtube.com/watch?v=4uQTAeCpbwQ). é un ottimo punto di partenza per passare alla fase attuativa delle proposte concrete da presentare alle diverse istituzioni sia nazionali che regionali. Credo che la FIVI sia l’associazione nella posizione migliore per portare avanti la causa della semplificazione ponendosi come interlocutore serio e rappresentativo di fronte alle istituzioni. Ma c’è bisogno del contributo fattivo e del supporto del maggior numero di vignaioli possibile. Lo so che per molti la prima reazione sarà  di diffidenza verso lo spauracchio di un ennesimo “carrozzone” ma vi posso assicurare che cosଠnon è e mi sembra l’unico modo per passare dal lamento all’azione.

  10. Dunque: in due giorni abbiamo letto l’intervento di Petrini su Repubblica, poi il tuo, poi quellon della FIVI qui, e ultimo l’intervento di “trebicchieri” con Uiv, Fedagri e Federvini… Evviva! Speriamo che succeda davvero qualcosa.

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