InvecchiatIGP. Valtellina Superiore La Mossa 2011, La Perla: una Mossa da Palio2 min read

In questa rubrica non parleremo dei problemi geriatrici di qualcuno di noi (anche se sarebbe utile). Il nostro intento è quello di andare a scovare e raccontare i vini italiani “non giovanissimi”. Abbiamo pensato a questa dizione perché non parleremo quasi mai di quelli che vengono definiti “vini da grande invecchiamento” ma cercheremo sorprese, chicche, specie tra vini che nessuno si aspetterebbe.

Dal 2009 con la creazione de La Perla Marco Triacca e suo padre si sono “messi in proprio”, ritagliandosi un’azienda su misura, completamente staccata dal famoso marchio che porta il loro cognome.

Siamo in Valtellina, tra Sondrio e Tirano e questa piccola perla produce poche tipologie di vini: un solo Superiore, una Riserva, uno Sforzato e uno spumante classico non da chiavennasca ma da pignola, uva autoctona pochissimo conosciuta. Marco segue tutto, dalla vigna alla cantina, con un impegno veramente lodevole perché qui portare avanti anche pochi ettari di vigneto non è facile. Inoltre non lascia niente al caso e ha anzi inserito in vigna alcune interessanti innovazioni che hanno bisogno di tempo e attenzione.

I risultati però di vedono sia nei vini più recenti (premiati anche quest’anno da Winesurf) che in prodotti che potrebbero iniziare a mostrare qualche ruga, come nel Valtellina Superiore La Mossa nato in un’annata non certo “dietro l’angolo” come la 2011.

il nome del vino viene dalla passione di Marco per il Palio di Siena e ce lo ha proposto proprio per dimostrare come la chiavennasca (alias nebbiolo) possa maturare bene e migliorare col tempo anche per vini non fatti per il lungo invecchiamento.

Il colore è un rubino chiaro ma ancora molto brillante e il naso, all’inizio incerto, si è aperto su note balsamiche e speziate. Ma è in bocca che ci ha stupito, con una tannicità viva e ferma, un corpo dove la freschezza non è mai fuori quadro e dona da una parte giovinezza e dall’altra l’equilibrio che serve ai vini per durare nel tempo.  

Lo abbiamo assaggiato, riassaggiato e poi abbinato ad un ottimo spezzatino con polenta, perché il bello dei vini valtellinesi, e in particolare di quelli di Marco, è che su piatti importanti della nostra tradizione vanno a nozze.

E’ scontato dire che l’apertura di questa bottiglia è stata una “buona Mossa”

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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