Il Vernacoliere chiude (per adesso), pisani e buidiùli festeggiano!1 min read

Scusate il titolo irriverente ma sono quelle notizie che fanno male e per questo vanno stigmatizzate (de’, alla faccia del parolone pe’ fa vede’ che ho studiato) per far capire che, come evidenzia uno dei più grandi scrittori della galassia e zone limitrofe, cioè il compiantissimo Giorgio Marchetti in arte Prof. Ettore Borzacchini, s’era visto un bel mondo, fino ad ora.

Il mondo in cui qualsiasi cosa poteva essere presa in giro, dalla potta al ( o alla ) Presidente del Consiglio, anche in maniera assolutamente irriverente ma per questo ancora più verace, rabbiosa, sacra.

Il Cardinali che, senza offesa, dio l’abbia in gloria, a 88 anni suonati si è forse rotto le palle di rimmeterci vaini per permettere a noi di sentirci vivi, grazie ad un giornale che non era irriverente, era pazzamente scandaloso per i benpensanti, ma per i malpensanti era una boccata d’aria fresca (scansando qualche palata di merda).

Era, è e sarà lui, unico e sicuramente irripetibile se non dalle stesse persone che l’hanno fatto fino ad oggi.

E sicuramente il silenzio di chi negli anni è stato preso giustamente per il culo dal Vernacoliere già mi leva di sentimento.

Chiudo con uno dei detti, divenuti calembour di raffinata e forbita dizione, che per me hanno da sempre rappresentato il Vernacoliere: anni fa c’era un dettato politico che sentenziava “Lavorare meno lavorare tutti” e il Cardinali scrisse un libro dal titolo “Trombare meno, trombare tutti!”

Vernacoliere, natodancane, un’ fa come quello che mi caò sull’uscio, ritorna presto!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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