Il “coraggio enologico” è di scena a Montefalco giovedì 19 novembre.1 min read

Giovedì 19 novembre a Montefalco, nella meravigliosa Chiesa-Museo di San Francesco (Via Ringhiera Umbra, 6) un signore molto coraggioso, Vincenzo  Zampi, professore di Economia all’Università di Firenze rischierà pubblicamente la vita, affiancato in questo dai responsabili del Consorzio di Tutela del Sagrantino di Montefalco.

Questo signore, che conosco da anni (ma con il quale mi converrà non avere più contatti in futuro ….alla pellaccia ci tengo) presenterà infatti, urbi et orbi, la “nuova classificazione sperimentale del Montefalco Sagrantino”.

In soldoni presenterà una classificazione, modello Saint Emilion, dove ci saranno produttori e prodotti di serie A, B e C. Questa classificazione sostenuta ed approvata da un decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, è una novità assoluta in Italia. L’obiettivo è valorizzare il marchio Sagrantino Docg attraverso l’attribuzione ai vini di classi di merito, assegnate da un’apposita commissione di nomina ministeriale e ispirate al modello adottato a Bordeaux nella zona di Saint-Emilion.

Come potete capire provare a fare una cosa del genere in Italia equivale a lanciarsi da un trapezio  all’altro tentando un quadruplo salto mortale con le mani cosparse di grasso e, con al posto della rete di salvataggio, alligatori affamati.

A parte gli scherzi. La notizia è di quelle importanti: una classificazione del genere, se ben fatta e ben gestita potrebbe essere il toccasana per tante denominazioni italiane. A presenziare all’evento ci sarà anche il professor Attilio Scienza, l’enologo e professore universitario a Bordeaux francese Denis Dubordieu ed il giornalista francese Thierry Desseauve.

Indubbiamente una bella idea: per questo i complimenti al mio amico Vincenzo Zampi sono di rigore, oltre che di cuore.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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