Guida vini: il privilegio di degustare vini dolci2 min read

Ogni anno, al termine degli assaggi per la nostra guida vini, abbiamo il privilegio di degustare un discreto numero di vini dolci italiani. Qualche volta sono vini richiesti da noi, altre inviati “per sbaglio” da diverse cantine assieme ai loro vini fermi.

Ma la cosa di cui oramai siamo certi è che questo non è mai un assaggio normale, ma diventa un vero e proprio privilegio, purtroppo un triste privilegio perché sembra che il futuro dei vini  dolci/passiti/botrytizzati sia sempre più ristretto.

Eppure, vi garantiamo, difficilmente troviamo vini che ci entusiasmano così e non solo per la vena più o meno dolce ma per gli aromi intensi e particolari, per il palato equilibrato, in qualche caso quasi asciutto ma sempre sorprendente, spesso unico.

Ogni regione d’Italia ha le sue tipologie, con caratteristiche precise e molto diverse l’uno dall’altra: non c’è rischio di sbagliarsi e soprattutto non c’è possibilità di annoiarsi in un assaggio del genere.

Da Orvieto e i suoi muffati all’Alto Adige con i suoi passiti profumatissimi, dalla Sardegna con l’austera Vernaccia di Oristano all’accattivante Recioto della Valpolicella, dal Vino Santo trentino ai Verduzzo e ai Picolit Friulani senza scordarsi i passiti di verdicchio marchigiani. Un viaggio privilegiato attraverso aromi e particolarità indimenticabili, che vi consigliamo senza se e senza ma.

Tempo fa scrissi che un vino dolce è forse il modo per rispettare di più l’uva: dolce lei dolce il vino, in un passaggio di consegne che parte dal bambino che gusta un grappolo profumato e dolcissimo allo stesso bambino cresciuto, che attraverso quei profumi ricorda la sua infanzia.

Ecco, sono vini che ti fanno tornare bambino, dove non c’è bisogno dell’esperto per decretarne l’assoluta bontà, basta mettere il naso nel bicchiere e il gioco è fatto.

Considerate che da una sessantina di vini sono venuti fuori ben 17 Vini Top, ma vi garantiamo che potevano quasi essere il doppio se non fossimo degli inguaribili spaccatori in quattro di capelli.

Andate a guardare i nostri risultati e soprattutto assaggiatevi quei vini e GODETE!!!!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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