Formaggioteca Terroir a Firenze: quando il formaggio trova casa3 min read

Magari non troverete il nome troppo invitante ma certo questa Formaggioteca si distingue nell’offerta gastronomica fiorentina. E si distingue nella sostanza: per ampiezza, qualità e rarità dell’offerta casearia. Tutto è nato quattro anni fa per iniziativa dei coniugi Gouttenoire, Rebecca e Pierre: questi è un agronomo francese della zona di Roquefort, famiglia di allevatori di pecore; ma è poco probabile che lo incontriate in questa strada-piazza sulla rive gauche dell’Arno.

Rebecca e Pierre Gouttenoire

Sarà probabilmente occupato nella sua Cave batarde di Campo Sasso, dalle parti di San Polo in Chianti, nel ruolo di affineur, un mestiere non comune in Italia: selezionatore e affinatore di formaggi. A Campo Sasso Pierre importa dalla Francia, fra gli altri, un pecorino erborinato; e qui lo affina, una piccola provocazione in terra toscana. Intanto ha pure impiantato un piccolo appezzamento di promiscuo viti & olivi di nuova generazione…

La banalità è esclusa dalla lista della cinquantina di formaggi, a tutto vantaggio dei sapori: la mozzarella di bufala è a latte crudo, Fontina e  Castelmagno sono d’alpeggio, il Pecorino di Volterra a caglio vegetale, per il vero Bitto c’è lo Storico ribelle. Un nome toscano per tutti: Corzano e Paterno. Comunque alla fine più di metà dell’offerta è roba francese di alto profilo, basta citare Hervé Mons fra gli affinatori d’oltralpe.

E c’è anche da divertirsi, solo a leggere certi nomi toscanacci tra i “caci creativi”: Briacacio, Buhaiolo, Punto in bianco…

La Formaggioteca Terroir è innanzi tutto un negozio, come si intuisce dalla grande vetrina all’ingresso, ma ci si mangia e beve alla grande anche se non è un ristorante. Sarete invitati a diversi “viaggi nel formaggio” (da 3 campioni per 14 euri a 6 per 26); ma potrete optare per dei crostoni (mi è assai piaciuto ad esempio “Taleggio, radicchio rosso di montagna & pinoli di Pisa”).Immancabili, e impressionanti per qualità e cura di presentazione, Raclette e Fondue.  Rebecca prepara anche cartoncini da asporto per chi sale verso il piazzale Michelangelo dal quartiere di San Niccolò. E ci aggiunge magari un bel vino. 

Perchè poi la Formaggioteca è pure una bottiglieria. Se ci capitate vi consiglio di grufolare tra i molti francesi, dove troverete – oltre ai classici – delle etichette non comuni ma sempre di alto profilo. Ci ho scovato delle AOC sfiziose soprattutto del sud-ovest come Jurançon (Sec e Molleux), Gaillac (Rouge e Blanc) o il basco Irouleguy; e del sud-est come Savoie (Mondeuse e Apremont), Cote du Jura (“giallo”, “di paglia” o rosso da Trousseau). Per mandar giù i caprini ci sono Cremant di tutte le origini: Alsazia, Savoia, Jura e Borgogna. Se poi volete fare gli sciovinisti come sembra di tendenza  ci sono comunque bottiglie italiche non banali sulla piazza fiorentina, da un Grignolino d’Asti a un Verduno Pelaverga a un Trebbiano Spoletino, da un Grillo siciliano botritizzato a un Sagrantino di Montefalco Passito. Una quindicina i vini al calice, a rotazione, non pochi.

Formaggioteca Terroir

Via dei Renai 19, 50125 Firenze

tel: 055 215901

Spazio all’aperto – Orari variabili in base alla stagione.

Alessandro Bosticco

Sono decenni che sbevazza impersonando il ruolo del sommelier, della guida enogastronomica, del giornalista e più recentemente del docente di degustazione. Quest’ultimo mestiere gli ha permesso di allargare il gioco agli alimenti e bevande più disparati: ne approfitta per assaggiare di tutto con ingordigia di fronte ad allievi perplessi, e intanto viene chiamato “professore” in ambienti universitari senza avere nemmeno una laurea. Millantando una particolare conoscenza degli extravergini è consulente della Nasa alla ricerca della formula ideale per l’emulsione vino-olio in assenza di gravità.


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