Fiorin fiorello: ovvero il germogliamento della vite3 min read

E’ un classico: il passaggio dalla stagione invernale a quella primaverile  si evidenzia con un rialzo termico spesso improvviso.
Questo innalzamento della temperatura influisce sul calore del terreno in tempi relativamente brevi. Le radici, in stadio di parziale riposo (una specie di “coma vigile”) risentono di detta variazione e si riattivano, riprendendo lo sviluppo sospeso dall’autunno con l’avvento dei freddi invernali ed elaborando particolari sostanze ormonali che determineranno poi l’avvio della ripresa vegetativa.
Questo è quello che scientificamente e normalmente accade e che le anomalie di questa stagione “caliente” fanno avvenire in modo particolare.
Il germogliamento è una fase variabile nelle diverse annate, poiché condizionata dal clima: in questa strana annata, siamo di sicuro in anticipo rispetto alle precedenti.
È da qualche settimana che le gemme della vite si sono gonfiate per lasciare uscire le giovani foglioline e, ad oggi, alcuni vigneti si mostrano già in pieno germogliamento.
La variabilità nel germogliamento è oltretutto particolare di ogni singolo territorio e per di più relazionata al vitigno; se poi volessimo andare a fondo dovremmo entrare nello specifico di ogni vigna e vedere l’esposizione, la conduzione del terreno, l’età delle viti, l’epoca di potatura e quant’altro (molto altro, ma ve lo risparmio) possa influenzare le piante.
Successivamente al germogliamento le viti sono ancora sensibili alle irregolarità atmosferiche, non avendo ancora una propria autonomia vegetativa.
Gli effetti più appariscenti di detto andamento sono sulla vigoria ed uniformità dei germoglietti. Si possono verificare casi in cui sugli stessi capi a frutto vi siano apici vegetativi rigogliosi, germogli stentati e gemme gonfie non ancora schiuse.
Il germogliamento, quando avviene in tarda stagione, è solitamente più regolare. Un avvio non troppo anticipato è preferibile, in quanto consente anche di sfuggire all’azione devastatrice di alcuni insetti tipo le nottue, che in primavera rosicchiano le gemme. La velocità di germogliamento è una condizione importante anche per sfuggire agli eventuali attacchi d’altri parassiti sia vegetali sia animali i quali, essendo resistenti alle temperature non ancora elevate, possono invadere gradualmente la vegetazione, causando danni anche consistenti.
Ma non ci scordiamo delle possibili gelate (la famosa “gelata di Vinitaly” è sempre in agguato!) L’azione del freddo intenso sulle foglie tenere può manifestarsi con sintomatologie varie.
Nei casi più lievi si notano alcune leggere variazioni di colore dei lembi fogliari. I tessuti, lesi dall’azione della bassa temperatura, si seccano. In questo caso i bordi dei lembi oppure gli apici sono le parti più delicate della vegetazione. In altri casi si manifestano piccole puntinature necrotiche.
E’ anche da temere un troppo repentino innalzamento della temperatura, soprattutto se successivo ad un periodo di clima rigido. Il vigneto ne potrebbe essere fortemente penalizzato, a discapito dell’uniformità vegetativa.
Il vigneto ne potrebbe subire alcune penalizzazioni. Si potrebbe innescare la famosa regola del “chi primo arriva meglio alloggia”. Di fatto i germogli che a quest’epoca hanno già conseguito un discreto sviluppo, risentendo maggiormente delle buona condizione climatica, possono svilupparsi rapidamente a discapito degli altri più tardivi.
Il tutto è ovviamente molto negativo per quanto concerne la produzione e la stessa futura qualità, in quanto la difformità vegetativa si ripercuote sicuramente sull’evoluzione dei singoli grappoli.
Quindi il cosiddetto equilibrio di un vino, da tutti voluto e ricercato, deve essere conseguito sin dalle primissime fasi fenologiche nel vigneto, altrimenti……ciccia!

Davide Ferrarese

Davide Ferrarese, agronomo e profondo conoscitore del Piemonte agricolo, per diversi anni nostro “metereologo ufficiale” ci ha lasciato in eredità tantissimi interessanti articoli.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE