Falsi nel vino: lo gradite un calice di Sassitachis?2 min read

Che la Cina sia La Mecca per i falsari o i contraffattori di etichette del vino non ci sono ormai dubbi, ma che  si sia arrivati a rendere quasi poetica “quest’arte” è una novità che andrebbe studiata a fondo e non solo dall’Ufficio Repressione  Frodi.

Per farsi un itinerario tra la fantasia italocinese e non solo (infatti troverete qua sotto anche foto di etichette “ispirate” a famose bottiglie con tanto di produttore italiano ben riportato in etichetta)  non ci vuole nemmeno tanto, basta andare sulla pagina Facebook di You said wine  e di Dario Pierazzuoli, che ringraziamo per le dritte fotografiche.

Quest’ultimo ha postato da Chengdu, che non è un paesino sperduto ma il capoluogo della provincia del Sichuan, con quasi 15 milioni di abitanti e dove per quattro anni Vinitaly ha fatto tappa con Vinitaly International, due etichette che toccano veramente il cuore.

Per esempio cosa dire del Sassisolo, un Toscana IGT del 2015 che forse vi ricorderà il nome di un famoso vino del bolgherese. Come recita l’etichetta ci troviamo di fronte ad un vino importante, di ben 14.5° (non so se celsius o  fahrenheit) e comunque si tratta di un Toscana IGT, mica di un vino da tavola qualunque.

Ma è con il successivo prodotto che si toccano le più alte vette dell’assurdo. Probabilmente consapevoli che stava per uscire un libro dedicato alla memoria del grande Giacomo Tachis, qualcuno ha pensato bene di dedicargli un vino, congiungendo il solito brand bolgherese con il nome del grande enologo. Nasce così il Sassitachis, che però non è Toscana IGT ma solo Vino Rosso.

Chissà come saranno felici sia in casa Incisa della Rocchetta che da Antinori per questo gradito omaggio.

Forse (non sappiamo se a Chengdu o in altro loco) immaginando di averla fatta grossa, qualcuno è voluto correre ai ripari, almeno sul fronte bolgherese, mettendo in commercio un  Sassimario, sicuramente ispirato al Marchese  Mario Incisa della Rocchetta, colui che inventò il Sassicaia.

Comunque Bolgheri ispira, come si può ben vedere da questa bottiglia che credo ricorderà anche a voi un famoso merlot in purezza. Oppure con quest’altra, dal nome stranissimo ma dal brand “abbastanza” riconducibile al solito, famoso, vino.

Montalcino non poteva essere da meno e così eccovi un’etichetta che forse ricorderà non solo agli addetti ai lavori un famoso marchio.

Chiudiamo con un’etichetta forse carente dal punto di vista metematico ma abbastanza simile ad una piuttosto famosa, non trovate?

Che dire? Qualcuno, fuorviato dal tono scanzonato potrebbe pensare che si sia parlando di etichette fantasiose e inesistenti.

Purtroppo è tutto vero e non sappiamo se ridere o piangere, come non sappiamo se qualcuna sia perseguibile o meno dal punto di vista dell’utilizzo del  marchio, ma sicuramente è abbastanza condannabile dal punto di vista etico.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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