E’ morto Diego Molinari, grande produttore a Montalcino1 min read

Nei primi anni Novanta, quando si facevano le degustazioni per la guida del Gambero Rosso, vuoi perché i vini fossero molti meno, vuoi perché la mano del produttore  era molto più rispettosa e in qualche caso meno raffinata,  spesso si riusciva ad inquadrare le  zone di provenienza dei vini e in qualche caso anche la cantina. Uno dei vini più facili da azzeccare era la Cerbaiona, del “Comandante” (era stato pilota di aerei di linea) Diego Molinari.

Il suo Brunello, frutto di un vigneto eccezionale e di una semplicità assoluta in cantina,  non solo era riconoscibile, ma sempre tra i migliori se non il migliore.

Quando andavi a trovarlo nella sua casa zeppa di gatti e nella sua cantina con pochissime botti, incontravi una persona dolce, affabile ma con idee ben chiare e decise. Anche allora dimostrava più dell’età che aveva e nel tempo i suoi problemi di salute non sono certo svaniti, tanto da portarlo a vendere la cantina qualche anno fa.

I suoi brunello avevano  la ferma finezza dei grandi sangiovese, unita ad una incredibile complessità aromatica che era sempre un fedele  marcatore  del vino. Qualche volta  la ciambella non riusciva col buco ma comunque i vini della Cerbaiona, fatti dal Comandante Diego Molinari, sono e saranno sempre un pezzo di storia di Montalcino, come lui del resto.

Grazie Diego per tante bottiglie semplicemente indimenticabili.

 

La foto di Diego Molinari è de larcante.com, che ringraziamo.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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