Cooking for wine:premiata la semplicità.3 min read

Al pugliese Domenico Cilenti del ristorante Porta di Basso di Peschici sul Gargano il titolo di miglior chef emergente del Sud del 2008. L’eccellente risultato  è arrivato dopo una  due giorni veramente intensa, che ha visto gareggiare a suon di fornelli gli chef di Campania, Sicilia e Puglia.
La manifestazione unica nel suo genere , ideata e condotta dall’infaticabile Luigi Cremona, si è svolta a Napoli nello spazio riservato a  Cooking for Wine all’interno dell’evento fieristico Vitigno Italia,  giunto alla sua quarta edizione. Il cuoco pugliese vince per la sua semplicità,  con materie prime povere e tanta fantasia: “zuppettina di cipolla giovane con gaspacho di pomodori e insalatina dell’orto”, “gamberi dell’Adriatico con cicoriella selvatica e sale alla vaniglia con pane bruschettato in cartoccio” sono i piatti che hanno messo d’accordo la giuria. Un successo per gli organizzatori che hanno saputo con Cooking for Wine creare il momento centrale di Vitigno Italia, per la verità ancora disertata da molte aziende del Sud, che continuano a non crederci. L’impressione, ma è molto più di una impressione, è che ci si trovi davanti ad una manifestazione che stenta a trovare la sua identità e questo soprattutto per lo scarso appeal che esercita nei confronti di aziende del meridione (ma anche nazionali) che non la  trovano sufficientemente attraente dal punto di vista commerciale. D’altronde la concorrenza a livello globale per questo tipo di eventi  è impietosa e la  constatazione  che si collochi al terzo posto in Italia dopo Verona e Merano  è  consolatoria ma non sufficiente, nonostante le  dichiarazioni. La partecipazione inutile sottolinearlo è prevalentemente campana, anche se non mancano partecipazioni interessanti ed organizzate come quella della Sicilia, presente con le aziende più importanti da Donna Fugata a Benanti; le Marche con l’ASSIVIP, la Toscana con Banfi e Frescobaldi ed altri;  poi tante piccole realtà sparse per l’Italia note  e meno note. Interessanti quest’anno le degustazioni organizzate da Luciano Pignataro, dal  significativo titolo: Campania il sapere del vino. Quella sul Greco di Tufo è stata capace di dare, cosa non facile, uno spaccato varietale, anche grazie alle interpretazioni degustative  molto realistiche che ne ha dato Ugo Baldassare, che assieme a Pignataro ha diretto le degustazioni. Complessivamente ne esce un quadro a mio avviso rassicurante: una capacità interpretativa del vitigno, legata  alle diversità di territorio e alla sensibilità dei vari produttori, ma riconducibili nell’ambito di  caratteri che marcano la varietà e quindi la diversità, nonostante la sirena dell’omologazione che ha fatto capolino qua e la in alcuni (pochi) vini. La riconoscibilità nei vitigni autoctoni, fermo restando tutti gli altri criteri che segnano i criteri di qualità,  è fondamentale se questa manca tutto il resto non conta. Banale vero!!

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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