Concorso rosati:e se la giuria avesse ragione?2 min read

Certo che il Concorso Nazionale dei vini Rosati, fortemente voluto e sostenuto dalla regione Puglia ne mette di problemi sul tavolo!

I risultati  sono stati tutt’altro che lusinghieri per la Puglia: un terzo posto a pari merito nella tipologia dei rosati fermi Doc.-Docg;  un secondo posto nei fermi IGT  e un secondo posto nei rosati spumanti VSQ. Vince  a mani basse il Cerasuolo d’Abruzzo che prende i tre primi posti nella tipologia dove la Puglia pensava di essere forte e cioè proprio in quella in cui ha da poco ottenuta  l’unica Docg di questa tipologia (Castel del Monte Bombino Nero).

 

Qualcuno sostiene:
• che le commissioni, così come vuole il regolamento ministeriale, siano poco rappresentative  e una certa terzietà dovrebbe essere  garantita: vero.
• che i concorsi nazionali così come formulati servono a poco e danno poco ritorno  ai produttori: vero.
• che i giudizi espressi non rispecchino l’effettiva qualità  dei rosati pugliesi che sono stati “sottovalutati” e quindi  penalizzati: ecco, su questo ho qualche dubbio.

 

Sono tra quelli che ha sempre sostenuto i rosati pugliesi, ma devo riconoscere che spesso si fa fatica a farlo. Si evoca sempre una primogenitura storica  e una tradizione  nella produzione dei  rosati  e poi con assoluta disinvoltura  si associa  tutto questo alla loro qualità, presunta a quanto pare.

Non voglio negare il valore qualitativo dei rosati di alcuni (pochi) produttori, ma i risultati, che si creda o no ai concorsi, dovrebbero porre qualche interrogativo, soprattutto ai produttori.

Proviamo  a capovolgere per un attimo  il ragionamento e pensare che i giudizi espressi invece fotografino esattamente la situazione dei rosati pugliesi.

Questo costringerebbe, produttori e certa stampa, a guardare al di là del  proprio ombelico. Il Re è nudo: forse  bisogna dirlo!

Forse qualcosa andrebbe rivisto nello stile produttivo o no?

Allora trovano una spiegazione il successo dei Cerasuolo d’Abruzzo e dei rosati Gardesani. Si spiegherebbe anche  perché il Consorzio di Tutela del Bardolino denuncia circa 11 milioni di bottiglie (tutte vendute) contro gli scarsi 3 milioni (?) della Puglia.

In conclusione non basta dirci da soli quanto siamo bravi, occorre che siano gli altri a riconoscerlo, ma a quanto pare non è così.

Adesso certo mi aspetto la solita accusa di essere ingeneroso verso la mia terra, e di remare contro. Io non credo! Credo invece che non si renda un buon servigio, facendo finta che tutto vada bene continuando a dirci quanto siamo bravi.

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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