Come provare a fare il LaVin Lover e vivere (felice)- la saga6 min read

Prima di passare in rassegna le varie tipologie di portatrici sane di gnocca che possono frequentare un corso di degustazione vorrei puntualizzare una cosa. Senza scomodare Hobbes ed il suo “Homo homini lupus” tutti sappiamo che in guerra e in amore ogni mezzo è lecito.

Per questo, quando  capiterà ad un LaVin Lover evoluto di scontrarsi, nella sua recherche di madeleine molto particolari, con altri esseri del suo stesso sesso chiamati per convenzione “uomini”, lui non dovrà assolutamente porsi remore  o farsi venire rimorsi.

Cercherò di essere più chiaro: dopo una vita che ti sei fatto un culo come una mongolfiera studiando, assaggiando, leggendo, viaggiando, spendendo e tutto al solo scopo di beccare gnocca, non puoi guardare in faccia nessuno. Non esistono mariti, amici, conoscenti, parenti che possano intromettersi tra te e le gnocche che partecipano ai tuoi corsi. Nel tuo piccolo mondo tu sei il somministratore di gnocca e la puoi somministrare ad una sola persona, te stesso. Quindi avviso ai naviganti: voi maschietti che vi iscrivete ad un corso di degustazione dovrete, come prima regola, annusare verso quale gnocca il laVin Lover evoluto tende e non dovrete assolutamente porvi in mezzo.

Anzi, visto che il LaVin Lover evoluto deve, per non scartare nessuna possibilità, tendere ad ogni gnocca presente, voi dovrete starvene buoni buoni in attesa che il leone abbia saziato la sua fame. Considerate che, dopo anni di tirocinio la religione del LaVin Lover si può riassumere, parafrasando Spinoza, in tre sole parole “Dues sive gnocca” cioè, “Dio, ovvero la gnocca!”
A questo punto passo a presentare la prima delle sette categorie di donne che possono partecipare ad un corso di degustazione: la Brava.

La Brava
La Brava la riconoscerete subito. La prima ad arrivare, piazzata in prima fila, ancora prima di sedersi ha tolto i bicchieri dalla scatola (chi glieli ha dati?)  ed è ovviamente equipaggiata non solo dell’eventuale manuale, che ancora dovete distribuire (lei l’ha comprato per leggerlo prima!!!) ma, se avete pubblicato qualcosa, dei vostri libri per farseli autografare.

La Brava quasi sempre non è bella, diciamo al massimo carina,  e quasi sempre è accompagnata da un essere umano di sesso maschile che NON è il suo uomo ma praticamente il suo schiavo. Lei lo convoca, quasi come puro oggetto di compagnia, quando vuole iscriversi a qualcosa di particolare.

Questa volta a lui è andata bene, si beve stando seduti,  ma l’ultima volta c’era stato il corso di paracadutismo Himalaiano, preceduto da quello di sopravvivenza nel deserto del Gobi e ancor prima dal rafting alle cascate del Niagara. Per non parlare dei pallosissimi corsi di Ikebana  e di aramaico moderno.  Allo schiavo la Brava, nel corso degli anni, ha magari dato in pasto la  gnocca: ma pochissime volte, forse due-tre , non di più. Per questo lo schiavo continua a seguirla; la sua fame è stata solo solleticata, titillata e lui, perennemente in erezione mentale (spesso anche fisica) aspetta l’attimo per intrufolarsi.
Il corso del vino non è stata una sua idea (la Brava non prende in considerazione le idee dello schiavo) ma spera proprio che magari lei..una sera che ha bevuto di più….Insomma, sappiate che se puntate alla Brava dovrete trovare il modo di aggirare lo schiavo. Non che per un lavin Lover evoluto questo rappresenti un problema ma bisogna tenerne conto.
Tenete bene in testa  che la Brava non viene per imparare qualcosa ma per avere la conferma di avere già imparato. Lei non si è letta il manuale di degustazione, se lo è divorato.
E’ andata in falegnameria per sentire l’odore del legno, si è inginocchiata modello preghiera musulmana accanto alla lettiera del  suo gatto per l’odore del Sauvignon, si è stesa accanto alla sua macchina in moto per gustarsi il profumo del riesling e se avesse letto la famosa battuta di Veronelli “Questo vino sa di sperma!”….insomma, lo schiavo ne sarebbe stato felice.
Per questo, puntando alla sua gnocca mai, ripeto mai, darle torto. Se in uno Chardonnay sente la pipì di gatto ditele che ha un gatto strano non che ha detto una cagata. Se trova un Barolo di Serralunga senza tannini, ponete l’accento sul diverso modo di cogliere le sfumature invece di farla alzare e spernacchiare da tutta la sala.
Un altro errore da non fare con la Brava è passare subito al “tu”. Per lei un uomo è interessante solo se
A)irraggiungibile
B) può addirittura insegnarle qualcosa

Quindi il passaggio al tu la farebbe smettere di salivare al pensiero futuro di darvi del tu. Inoltre il “tu” dovrà essere lei ad usarlo per la prima volta, magari sotto l’ effetto dei sei Primitivi di Manduria da 17° che  ha ovviamente assaggiato (invece di attendere la degustazione) appena versati nel bicchiere. A quel punto voi dovrete guardarla quasi sorpreso ed accondiscendere benignamente.
Lei così penserà “Vedi! Lo sapevo!” e automaticamente sdoganerà la sua soddisfazione e vi farà uscire dal garage dei sogni per mettervi sulla lunga strada che porta a “rue de Gnoc”.
Ma adesso che siete ufficialmente sulla strada dell’imbrocco  dovete rendervi conto che l’auto davanti a voi è guidata dallo schiavo e lui non vi farà mai passare. Inutile cercare di far due parole con la Brava senza averlo tra i coglioni, impossibile appartarsi un attimo senza che il suo calice non si avvicini al naso di lei per farle sentire il profumo di criceto in amore, di zanzara tigre, di onda marina nepalese, insomma, di qualsiasi cazzata gli sia venuta in testa per tenervi lontano da lei.

Dovrete quindi giocare di astuzia. Dovrà essere lei a bypassare lo schiavo ma dovrete essere voi a costringerla, ovviamente senza che lei se ne accorga. Qui entra in campo il punto B. sotto forma del sistema “Cazzata docet”.

 

Avrete preso la sana abitudine di far commentare almeno uno dei vini della serata alla Brava. La lezione successiva al “tu” mentre commenta, mettiamo un Pinot Nero, voi dovete intervenire quasi casualmente  ricordandovi ad alta voce che la sera dopo siete invitato da amici all’apertura di una rarissima bottiglia assolutamente inventata, tipo il Montigny, Clos des Fegatelles Premier Cru del 1945.

Lieve sconcerto in sala ed ovviamente la brava, dall’alto del suo calice vi guarderà con occhio interrogativo. A quel punto voi svelerete il gioco, dicendo che avevate barato per vedere se conoscevano la Borgogna, in particolare dicendo brava alla Brava.
La rete è gettata: la Brava, che magari ha messo sopra al letto al posto del crocefisso il poster con i cru della Borgogna, a fine serata si avvicinerà sorridendo e dicendovi che non ce la potete fate a fregarla. A quel punto lanciate la scommessa: ognuno porta due Pinot nero bendati e vediamo chi li indovina. Ovviamente durante una cena. Se accetta, è fatta! Toccherà a lei mettere a cuccia lo schiavo. Se invece ammiccando verso di lui vi dice “E mio marito dove lo mettiamo?” declinando gentilmente l’invito,  dovrete ammettere a voi stessi di aver da rivedere qualcosa nel profilo della tipologia  “Brava”.

In questo caso comunque non preoccupatevi! Ci sono sempre altre sei categorie a vostra disposizione.

La prossima volta parleremo della tipologia “l’amica”.

 

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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