La cultura del vitigno unico in bottiglia in questo caso ha avuto il grande merito di far scoprire le meraviglie di questa uva diffusa in Irpinia e nel Sannio oltre che confusa con il Pallagrello Bianco a Caserta.
Secondo me è il vero vino da intenditori in Campania e molti produttori producono bottiglie eccellenti.
La migliore in questo momento è la Coda di Volpe 2010 di Michele Perillo a Castelfranci, che esce con quattro anni di ritardo rispetto alla vendemmia e regala emozioni e sfumature davvero eccezionali.
Molto buona quella di Tenuta del Cavalier Pepe: il vino si chiama Bianco di Bellona e regala soddisfazioni agli appassionati oltre che mostrare una particolare propensione all’invecchiamento.
Fresca e minerale la Coda di Volpe di Traerte, la nuova azienda di Raffaele Troisi, ex Vadiaperti il cui padre Tonino è stato il primo ad imbottigliarla.
Sempre in Irpinia, notevole la Coda di Volpe di Donnachiara a Montefalcione, ricca e suadente.
La storia di questo vitigno è a Masseria Murata a Mercogliano, l’azienda sotto l’abbazia che produce un ottimo prodotto ben resistente agli anni.
Ancora, a Candida c’è la Coda di Volpe di Contrada mentre a Salza Irpina è storica quella di Di Meo.
Nel Sannio due sono quelle da incorniciare: la Coda di Volpe di Fattoria La Rivolta, da sempre a nostro giudizio il miglior vino aziendale, e la Coda di Volpe della Fattoria Ciabrelli a Castelvenere, davvero fresca e di buon corpo.
Cosa si può fare con la Coda di Volpe? Praticamente tutto: dal pesce alle carni bianche, dalle paste con i legumi o con le patate alla mozzarella di bufala e ai formaggi freschi. Un bianco poliedrico, da sostenere decisi in questo periodo perché presenta sempre un incredibile rapporto tra qualità e prezzo, decisamente vantaggioso per chi stappa più che per chi tappa:-)