Ci ha lasciati Francesca Colombini Cinelli1 min read

Appena avuta la notizia della morte di Francesca Colombini Cinelli mi è venuta voglia di andare a riprendere un suo libro che mi era stato regalato almeno 15 anni fa, “Il vino fa le gambe belle”. Era accanto ad uno di Renato Ratti e forse non era un caso che i due libri si trovassero vicini: del resto nella loro vita questi due importanti personaggi del Brunello di Montalcino e del vino di Langa hanno fatto tanto per le rispettive zone.

Sono andato a riprenderlo in mano  perché fino alla lettura di quel libro avevo sempre avuto un certo timore reverenziale per quella Signora (la maiuscola non è un errore) che sembrava snob ma invece guidava trattori, aveva un eloquio estremamente forbito ma con una lingua che, come dicono in Toscana “arrivava prima all’osso che alla ciccia”. In quel libro si capiva proprio tutto questo e da allora ho visto Francesca Colombini sotto una luce diversa, quella giusta.

Anche durante una cena di pochi anni fa in casa sua alla Fattoria dei Barbi ebbi il piacere di sentirla parlare con grande conoscenza, di temi culturali, di agricoltura, dei figli e naturalmente di Brunello. Una perfetta padrona di casa che riusciva sia a squadrare i commensali sia a farli sentire perfettamente a loro agio.

Oggi quella perfetta padrona di casa se n’è andata, non prima di aver avuto la gioia di vedere il bisnipote Lorenzo, che abbraccio idealmente assieme a Donatella, Stefano e ai loro figli.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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