La notizia era nell’aria da tempo, tanto che il comunicato stampa di Veronesi parla di aver “acquisito ufficialmente” Villa Bucci, sicuramente l’azienda più famosa in Italia e nel mondo quando si parla di Verdicchio dei Castelli di Jesi.
Forse un po’ di tristezza l’ho provata a leggere questa notizia ma è stata subito rintuzzata da un pensiero, quello di voler essere nello stesso stato d’animo di Ampelio Bucci, l’uomo che creò dal nulla questa cantina, a cui dette uno stile ( “Lo stile è l’opposto della moda” dice sempre Ampelio) che ha conservato negli anni. Forse sarò triste se la prima volta che parlerò di questo con Ampelio lo sentirò rattristato ma potrei essere anche allegro se mi sembrerà sollevato.

Infatti non è facile, specie alla sua veneranda età, mantenere in alto una cantina così famosa (stavo per dire iconica ma odio questo termine) e forse vendere è stato un atto che ha alleggerito le sue spalle, chissà.
Fatto sta che la domanda che continuo a farmi da qualche ora è “Cosa farà da grande Ampelio con tutti quei soldi che avrà preso? Cosà inventerà quell’eterno fanciullo che in un suo libro proprio riguardo a questo ha scritto “quello che diceva Orwell, cioè non abbandonare mai completamente la visione del mondo acquisita nell’infanzia, cioè la capacita di desiderare follemente cose che da grandi non si sognano più”. Sono convinto che anche a quasi novant’anni saprà sicuramente stupirci.
Intanto un in bocca al lupo alla famiglia Veronesi, perché l’impegno è di quelli importanti nel mondo del vino.