Chianti Classico 2006: meglio rimandarlo a settembre1 min read

La Stazione Leopolda ci ha accolto come sempre con le sue sale stupende ed i suoi spazi ammalianti, dove le bottiglie di Chianti Classico sembrano essere oramai di casa. Un tavolo quasi chilometrico metteva in bella vista più di trecento vini, ospiti d’onore dell’Anteprima che vedeva in prima fila l’annata 2006.
La solita perfetta organizzazione del Consorzio Chianti Classico ci ha permesso di degustare con calma, per due giornate, quell’impressionante filotto di bottiglie.
Per quanto riguarda proprio l’annata 2006 le nostre impressioni si basano su una cinquantina di campioni già imbottigliati e su una trentina di campioni da botte. Non possiamo dire di essere rimasti fulminati sulla via di Damasco: la parte olfattiva era abbastanza imprecisa e non riusciva quasi mai ad esprimersi al meglio. I recenti imbottigliamenti ed i campionamenti da botte possono spiegare questo problema,  che comunque non sembra sia stato evidenziato da molti altri colleghi. Ma anche in bocca parecchi vini mostravano ancora imperfezioni (sempre l’imbottigliamento???)  con corpi  abbastanza diluiti e tannini di grana poco importante. Se ci mettiamo sopra  un’acidità  restia ad uscire allo scoperto, questo primo approccio non poteva che lasciarci abbastanza dubbiosi. Rispetto all’annata precedente manca soprattutto quella sana e disinvolta freschezza che rendeva i vini godibili sin da subito
Speriamo che i 7 mesi mancanti ai nostri assaggi ufficiali (come sempre li faremo a settembre) possano cambiare e non di poco le carte in tavola.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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