La Stazione Leopolda ci ha accolto come sempre con le sue sale stupende ed i suoi spazi ammalianti, dove le bottiglie di Chianti Classico sembrano essere oramai di casa. Un tavolo quasi chilometrico metteva in bella vista più di trecento vini, ospiti d’onore dell’Anteprima che vedeva in prima fila l’annata 2006.
La solita perfetta organizzazione del Consorzio Chianti Classico ci ha permesso di degustare con calma, per due giornate, quell’impressionante filotto di bottiglie.
Per quanto riguarda proprio l’annata 2006 le nostre impressioni si basano su una cinquantina di campioni già imbottigliati e su una trentina di campioni da botte. Non possiamo dire di essere rimasti fulminati sulla via di Damasco: la parte olfattiva era abbastanza imprecisa e non riusciva quasi mai ad esprimersi al meglio. I recenti imbottigliamenti ed i campionamenti da botte possono spiegare questo problema, che comunque non sembra sia stato evidenziato da molti altri colleghi. Ma anche in bocca parecchi vini mostravano ancora imperfezioni (sempre l’imbottigliamento???) con corpi abbastanza diluiti e tannini di grana poco importante. Se ci mettiamo sopra un’acidità restia ad uscire allo scoperto, questo primo approccio non poteva che lasciarci abbastanza dubbiosi. Rispetto all’annata precedente manca soprattutto quella sana e disinvolta freschezza che rendeva i vini godibili sin da subito
Speriamo che i 7 mesi mancanti ai nostri assaggi ufficiali (come sempre li faremo a settembre) possano cambiare e non di poco le carte in tavola.
Assaggi
Chianti Classico 2006: meglio rimandarlo a settembre1 min read
