Bolgheri: anteprima delle nuove annate in commercio!4 min read

Spesso trovo difficile assaggiare vini a Bolgheri, specie in periodo primaverile. Questo non per colpa dei vini ma per un languore che mi prende l’anima tutte le volte che incrocio con lo sguardo quello splendido lembo di terra ed in particolar modo i suoi “cipressetti”. 

Sento anch’io il loro richiamo “Perché non scendi ? Perché non ristai ?/ Oh siediti a le nostre ombre odorate /Ove soffia dal mare il maestrale..” e mi viene voglia di fare tutt’altro (leggere, ammirare il tramonto, annusare il vento marino,  oziare, parlare con amici) che assaggiare una sessantina di vini, in particolare Bolgheri Rosso 2007 e Bolgheri Rosso Superiore 2006.
Ma il dovere chiama e prendendo a prestito ancora una volta i versi del Carducci  “Ma, cipressetti miei, lasciatem’ire/Non son piú, cipressetti, un birichino”  saluto e mi immergo nel “duro” lavoro del degustatore. 
Che ovviamente duro non è, specie se la degustazione è l’anteprima organizzata dal Consorzio vini Bolgheri e dal bravissimo Paolo Valdastri.

Ma “più non ristiamo” e veniamo ai vini: guardando i calici con questi rossi, quasi tutti di un  color porpora accattivante, mi è venuto in mente(che fantasia!!) l’immagine del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, questa si attaglia perfettamente ai Bolgheri Superiore del 2006. Il mezzo pieno, la parte positiva che porta con se ottimismo, nasce sia dal colore che dalla potenza  di questi vini, da un uso leggermente più “elastico“ del legno e dalla sensazione che il 2006 possa avere una connotazione varietale più netta, con aromi che finalmente tradiscono chiaramente le uve di provenienza. Il bicchiere mezzo vuoto, il dubbio che si insinua, prende spunto invece dalla sensazione generalizzata di vini con un palato molto d’impatto ma che avrà qualche difficoltà ad “allungarsi”, portando a quelle sensazioni che prodotti di tal fatta dovrebbero avere. In altre parole, per ora i Superiore 2006 sono vini molto “in punta di bocca”, ancora tanto compressi e (se tutto va bene) con almeno due anni davanti per potersi esprimere in maniera chiara.

Con i Bolgheri Rosso del 2007 il bicchiere è invece quasi tutto pieno. Vini già espressi, con un bel varietale, con belle gamme aromatiche dove il legno suggerisce e non impone, hanno al palato quella giusta freschezza e quella equilibrata armonia tannica. Certo l’annata 2007, più giocata sull’eleganza, aiuta questi rossi ad essere già quasi tutti abbastanza pronti e piacevoli, ma sono convinto che buona parte del merito venga anche da vigneti per adesso più adatti a vini più immediati che da invecchiamento. Si ritorna così al vecchio discorso della giovanissima età media dei vigneti di Bolgheri, da noi già trattata più volte (vedi).  Inoltre, spulciando l’interessante elenco dei vini in degustazione dove, caso più unico che raro, troviamo anche gli uvaggi ed i mesi di permanenza in legno piccolo (pare che a Bolgheri la botte grande sia bandita per decreto regio), ci sorge il dubbio che tutti quei mesi di legno (da 14 in avanti) per vini provenienti spesso da vigne di 4°-5° foglia siano troppi. I Bolgheri Rosso invece hanno tempi di permanenza in legno molto più contenuti (spesso anche in barrique non nuove) e ciò, con vigne giovani, può essere un pregio.

Ma torniamo al reale valore delle annate degustate: nonostante i produttori bolgheresi giurino che il 2006 sia stata una vendemmia eccezionale io continuo ad avere i miei dubbi, avvalorati anche da assaggi di altre tipologie di vini toscani, come Le Riserve di Chianti Classico ed  i Vino Nobile di Montepulciano. I vini si dividono in due grandi categorie: quelli che hanno tannicità congrua e potenza ma a cui manca eleganza e quelli che mostrano un certo “vuoto” a centro bocca. Quasi tutti i Superiore assaggiati fanno parte della prima categoria. Speriamo che il tempo sia per loro galantuomo. Il 2007 invece è stata una vendemmia meno concentrata, più giocata in eleganza, forse più libera (grazie al “grande” 2006 che l’aveva preceduta) di dare spazio a vini semplicemente piacevoli, anche se con belle caratteristiche strutturali.

In definitiva, dando due voti darei 7.5/8 ai Bolgheri Rosso del 2007 e 7 (anche se dovranno essere interrogati di nuovo) al Superiore 2006. Per questo rimandiamo tutti (vini e lettori) ad ottobre, quando faremo i nostri assaggi ufficiali.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE