Assaggi Franciacorta: miglioramenti “a forbice”6 min read

Quest’anno i nostri assaggi Franciacortini sono tornati ad essere “ottobrini”. Infatti grazie al consorzio di Tutela, che ha potuto conservare in magazzino le oltre 300 bottiglie a noi destinate, abbiamo degustato dei franciacorta con almeno 6-7 mesi  di sboccatura. Un grazie  non solo è di rigore ma viene dal profondo del cuore perché assaggiare Franciacorta (o qualsiasi bollicina) con 2-3 mesi di sboccatura è quasi un terno al lotto.

 

Ma, per rimanere in tema lotto, sulla “ruota di Erbusco” non solo abbiamo degustato molti vini, ma visitato o rivisitato cantine e soprattutto annusato l’aria che tira. Diciamo che qualche anno fa si respirava maggiore ottimismo, anche se (lasciando da parte il settore commerciale) sarebbe più logico il contrario. Infatti anno dopo anno l’età media delle vigne franciacortine aumenta e con esse migliorano le possibilità di produrre vini di maggiore complessità e profondità. Nello stesso tempo aumenta l’esperienza dei produttori nella spumantizzazione, tecnica assolutamente non semplice.

 

Tutto questo porta ogni anno a miglioramenti, magari non eccelsi ma costanti di diversi vini. Le situazioni poi sono diverse da tipologia a tipologia, ma prima di vedere  le cose più in profondità ci piacerebbe parlare di una sensazione generalizzata, che potremmo definire “le due facce di una medaglia”.

 

Sono anni che nei franciacorta si assiste ad una diminuzione della “liqueur” e quindi della percentuale di zuccheri nel vino. Quest’anno però ci siamo ancor di più accorti che in molti casi ci troviamo di fronte ad una vera e propria dicotomia strutturale. C’è chi punta molto sulla sapidità del vino e chi invece fa rotta verso vini che hanno dolcezze e rotondità importanti. In particolare ci sentiamo di dire che negli ultimi 7-8 anni le caratteristiche dei vini top hanno virato fortemente verso una maggiore sapidità, (quasi salinità) ed un conseguente abbandono graduale dell’opulenza a vantaggio dell’eleganza, mentre tra i vini base la ricerca della rotondità è un dato fondamentale.

 

Tra queste due tendenze si inserisce un fattore quasi incomprensibile, con certi brut che sembrano saten, mentre certi saten (tra i migliori) puntano ad assomigliare in bocca a degli extra brut poco dosati. Altro fattore strano:  una delle cantine principali  e che ha sempre fatto tendenza, ha sfornato quest’anno una serie di vini molto più dolci, come mai in passato. Insomma, la Franciacorta è un piccolo lembo di terra ma…piuttosto complicato.  Forse è meglio occuparsi dei risultati degli assaggi.

 

 

Pas dosé

 

La tipologia con la forbice più larga tra millesimati e non. Accanto alla media stelle più bassa tra i senza annata (2.43) troviamo la più alta tra i millesimati (3.09). Da una parte vini quasi sempre con bolla scarna e grossolana, scarsa potenza e chiare scompostezze dovute in qualche caso anche al voler sfruttare sempre e comunque la moda dei non dosati. Dall’altra invece complessità aromatiche e gustative di alto livello, con bellissime note sapide al palato. Tra i millesimati  abbiamo trovato due vini quasi perfetti ma anche altri molto, molto buoni. Oramai è la tipologia di riferimento dove trovare il grande Franciacorta.

Voto alla tipologia : 5 ai senza annata/ 9.5 ai millesimati

 

 

Extra Brut

Una forbice leggermente più stretta ma molte somiglianze con i pas dosé. I senza annata presentano in diversi casi scompostezze e carenze di corpo che non li fanno certo brillare, pur ottenendo un punteggio più alto dei pas dosé (media stelle 2.54), mentre i millesimati hanno punte mai raggiunte in questa categoria e comunque una media stelle (3.00) di assoluto rispetto. Quindi se da una parte si viaggia verso un netto miglioramento qualitativo (più che altro al palato) i senza annata rimangono in un limbo da cui speriamo possano uscire in futuro.

Voto alla tipologia: 5.5 ai senza annata e 8.5 ai millesimati

 

 

Saten

Chi sarà più saten di un saten? Questa specie di scioglilingua ha una risposta  ed è una risposta piuttosto….brut. Ma dei Brut parleremo dopo, mentre tra i saten dobbiamo constatare che la forbice millesimati-non millesimati si restringe ma a sfavore dei primi. Infatti se la qualità media dei senza annata non è alta ma comunque più che sufficiente (media stelle 2.54, uguale ai cugini extra brut)quella dei millesimati si innalza ma non di molto (2.81) con una particolarità: quasi tutti i vini migliori sembrano molto poco dei saten, con bocche più fresche e austere. Forse la tipologia sta trovando una sua ragion d’essere più tra i vini di facile e veloce consumo che non su millesimati da tenere molti anni in cantina; in altre parole…se voglio fare un grande saten devo farlo meno…saten.

Voto alla tipologia: 6+ ai senza annata e 7 ai millesimati

 

 

Brut

La risposta la quesito di prima ci porta in piena “brut bagarre”. Infatti se diversi saten hanno delle belle spigolosità acide, diversi brut sono rotondi e dolcini, quasi come dei saten. Questo per quanto riguarda i senza annata, che comunque si piazzano sullo stesso livello dei saten e degli extra brut (media stelle 2.53), mentre tra i millesimati…..Tra i millesimati, che era fino ad ieri la categoria principe della Franciacorta abbiamo trovato sicuramente dei buoni prodotti ma poco di più. La media stelle quasi più bassa tra i millesimati (2.78, comunque di alto lignaggio) è riferita  a vini  di ottima struttura e con belle complessità aromatiche, ma senza quella goduriosa profondità di alcuni anni fa, che oggi sembra riservata quasi esclusivamente ai pas dosé. Se però consideriamo che tra i brut millesimati si trovano alcuni tra i più cari Franciacorta in commercio, forse un leggero riassetto o verso il basso col prezzo o verso l’alto con la qualità sarebbe dovuto.

Voto alla tipologia: 6+ ai senza annata e 7.5 ai millesimati

 

 

Rosè

La bella sorpresa dello scorso anno non si è ripetuta, anche se quest’anno abbiamo captato un segnale importante. Prima di parlare di questo “segnale” dobbiamo però ritornare del concetto delle due facce della stessa moneta. In primo luogo per il colore, che ancora ha troppi  sbalzi dal cipolla scarico al quasi rosa shocking, ma soprattutto per il passaggio da dolcezze eccessive a spigolosità accentuate. Sembra che ancora non esista ( a parte alcune notevoli eccezioni) una giusta via di mezzo per quanto riguarda colore e “dolcezza” dei vini,e questo sia tra i millesimati che i senza annata. Le medie stelle non certo altissime  (2.48 per i senza annata e 2.65 per i millesimati)rappresentano vini dove spesso  il naso è  incerto e la bocca non presenta particolarità di struttura, eleganza e complessità da farli preferire a quelli “vestiti di bianco”. Però…. c’è un però. Per la prima volta quest’anno, anche se poi non hanno brillato al palato, in una bella serie di vini abbiamo trovato dei bellissimi sentori di Pinot Nero: questa, che non stentiamo a definire come “perfezione olfattiva” ci fa ben sperare per il futuro assetto di questa categoria.

Voto alla categoria: 5.5 ai senza annata e 6.5 ai millesimati

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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