Antinori ha presentato la nuova cantina4 min read

Lo skyline della nuova cantina degli Antinori a Bargino, nel comune di San Casciano Val di Pesa a meno di venti chilometri dal capoluogo fiorentino, assomiglia ad un monumentale sopracciglio (lungo 170 metri e alto 7 metri e mezzo) di un gigante interrato nella collina. Lui il gigante – la cantina – va giù per 22 metri e occupa 26.000 metri quadri (su 45.000 complessivi) tra locali per la vinificazione, l’invecchiamento e l’imbottigliamento e tanto altro ancora.

 

Tutto è stato concepito per sfruttare la forza di gravità – la vinificazione è in caduta – e  in totale assenza di pompe meccaniche. Qui nelle viscere profonde la temperatura è stabile a 17 gradi centigradi. Le pareti sono lisce e a volte ondulate, sinuose come quelle di un sottomarino. I soffitti sono a tratti altissimi e sulla distesa di barriques a mo’ di balconata si affacciano delle sale di degustazione suggestivamente illuminate. Gli spazi sono dappertutto ariosi e tutti “toscani”, dalla terracotta di Impruneta al ferro di Corten.

  

Vista dalla superstrada Firenze Siena sembra un’incisione profonda e sottile che riporta ai Tagli di Lucio Fontana, perfettamente immersa tra i vigneti, gli ulivi, i boschi di querce e di lecci della campagna del Chianti Classico. Bassissimo l’impatto ambientale e altrettanto basso il consumo energetico che sfrutta il fresco naturale degli ambienti sotterranei.

 

“La realizzazione di questa cantina –  ha detto visibilmente soddisfatto Piero Antinori  che insieme alle figlie Albiera, Allegra e Alessia ha accolto in anteprima la stampa – rappresenta una tappa importante, non solo nella storia della nostra famiglia, ma soprattutto per me a conclusione di cinquant’anni di lavoro . Ma a parte questo aspetto personale, di per sé irrilevante – ha poi aggiunto – è un’opera fatta per l’azienda; noi siamo al servizio dell’azienda e non viceversa”.

 

La nuova struttura, progettata dall’architetto Marco Casamonti, è costata circa 100 milioni di euro dei quali 70 sono di risorse aziendali e 30 suddivisi tra contributi pubblici e proventi dalla dismissione del vecchio stabilimento di San Casciano. Al Bargino ci lavoreranno 120 persone e si produrranno 2,5 milioni di bottiglie (dal Villa Antinori al Chianti Classico Riserva, dal Vinsanto del Chianti Classico, al Peppoli Chianti Classico al Tignanello, oltre al Laudemio) con una capacità di stoccaggio di 5 milioni. La cantina, dotata anche di ristorante, enoteca, libreria, museo e di un bellissimo auditorium per 250 persone, diverrà sede anche di tutti gli uffici direzionali, amministrativi e commerciali che finora erano allocati a Palazzo Antinori. A Firenze rimarrà la sede legale e gli ambienti di rappresentanza.

 

A partire da febbraio 2013 poi, le porte si apriranno, per delle visite guidate, anche agli enoturisti. “La nuova Cantina Marchesi Antinori nel Chianti Classico è un segno nel territorio, un segno del tempo di oggi che affonda le sue radici nella storia, seguendo i valori del rispetto del territorio, dell’amore per il vino, del rispetto per le persone che lavorano uniti alla possibilità di far conoscere alla gente il nostro lavoro. E’ il segno indelebile dell’amore della nostra famiglia per il vino”. Parola di Antinori.

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Una buona notizia

 

La floridità del fatturato Antinori (150 mln nel 2011 rispetto ai 140 del 2010 o ai 119 del 2005) non è mai stato solo un indice dello stato di salute dell’azienda chiantigiana o delle capacità della famiglia e del suo management, ma l’ho sempre considerato come un esempio per il vino italiano.    Qui gli azionisti non hanno mai preteso i dividendi e hanno sempre reinvestito nell’attività ma soprattutto hanno avuto la forza e la convinzione di ricomprare l’azienda finita in mano a dei birrai inglesi e l’hanno rilanciata nel mondo. Il loro successo è stato il successo del vino italiano. La cantina del Bargino nasce in questo contesto. La decisione iniziale risale al 2001 quando la necessità di riammodernare e ampliare la vecchia cantina di San Casciano si era fatta più impellente perché, ormai obsoleta, era un ostacolo ai progetti di sviluppo dell’azienda. I primi lavori nel giugno 2006. Ora l’inaugurazione.

 

Credo di aver visto diverse migliaia di cantine in Italia e all’estero ma sensazione così forti le ho provate poche volte. La soddisfazione e l’orgoglio di Piero Antinori, delle sue figlie e dei loro collaboratori per il lavoro compiuto, è grande ed è ampiamente giustificato. Specialmente in questo momento, così difficile per il vino italiano. Il Bargino da questo punto di vista non è solo la nuova cantina degli Antinori ma è destinata a diventare un simbolo di quanto il settore sia in grado non solo di garantire il buono e il bello ma anche di far sognare.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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0 responses to “Antinori ha presentato la nuova cantina4 min read

  1. Vista dal davanti questa costruzione sembra il garage da dove usciva Goldrake

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