Antica Torre a Barbaresco: solida certezza3 min read

Tutte le volte mi sento come l’asino di Buridano. Entro a Barbaresco, vado fino alla piazza della Torre (quella della Torre bellissima adesso affiancata da un mostro in plexiglas) , parcheggio e…mi ritrovo nei panni dell’asino che non sapeva scegliere tra due uguali e appetitosi mucchi di fieno.

La mia scelta difficile non è dovuta a cumuli più o meno saporiti d’erba,  ma dal trovarmi di fronte a due luoghi per me ugualmente importantissimi e stragoduriosi. A destra la cantina dei Produttori del Barbaresco e a sinistra il ristorante Antica Torre.

Di solito il dubbio buridanesco viene risolto guardando l’orologio. Se siamo in orario di pranzo  o di cena il mio stomaco punta irreversibilmente verso l’Antica Torre.  

I motivi sono molti: prima di tutto il locale ( dopo un restyling completo) è accogliente nella sua semplicità. Tavoli di bel legno massello, tovagliato bianco irreprensibile, apparecchiatura semplice ma corretta, bicchieri adatti senza voli pindarici, caldi colori pastello alle pareti.  Insomma, ti senti quasi a casa e i profumi che “volano per l’aere” acuiscono questa sensazione di  pace casalinga.

Calmi e rilassati siete quindi pronti per un menù piemontese-che-più-piemontese-non-si può ma che assume maggior valore grazie alla scelta delle materie prime ed alla mano sapiente in cucina.

Fin dalla carne battuta al coltello o dall’insalata russa, per non parlare del vitello tonnato, sentirete sapori netti e precisi che sono proprio la quintessenza di quello che uno si aspetta da questi piatti.

Il bello è che uniscono semplicità a consistenza e a finezza interpretativa in un insieme di livello molto alto, tanto che, facendo forzatamente il bis,  il rischio di far diventare alto pure il colesterolo è quasi una certezza.

Ogni tanto (forse dipenderà dal livello di Barbaresco nelle vene) viene fuori il vecchio laureato in filosofia che è in me e così una volta, seduto all’Antica Torre,  pensai che nella teoria platonica del mondo superiore delle idee perfette, a cui tutte le cose terrene si ispirano per avere forma e nome,  l’idea divina di tajarin non può discostarsi molto da quelli che ti fanno mangiare qui. Sono semplicemente (quasi) perfetti: consistenti ma morbidi, finissimi e soprattutto perfettamente accompagnati dal ragù. Conosco pochissimi posti in zona che riescono a farli così o addirittura migliori.

Anche se non da mondo iperuranio sono ottimi anche gli agnolotti al plin , così come sono di livello tutti i secondi, dal brasato al coniglio in forno  o in civet. Non potrete che concludere con un bel bunet, a cui magari abbinerete (qui i sommelier mi trafiggeranno ma pazienza) l’ultimo sorso della bottiglia di barbaresco ordinata all’inizio.

Veniamo così a parlare della carta dei vini: pur essendo accanto ad una delle migliori cantine del Piemonte la carta non poteva non prendere in considerazione anche altri ottimi produttori locali, tutti proposti con ricarichi più che onesti.

Esiste anche un servizio di vino a calice per chi non se la sente di “impegnarsi” con una bottiglia intera. Se ne avvantaggerà quindi il portafoglio, con un conto che difficilmente supererà i 35-40 euro vini esclusi.

 

Antica Torre
Via Torino, 64
Barbaresco (CN).
Tel. 0173 635170

 

 

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Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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0 responses to “Antica Torre a Barbaresco: solida certezza3 min read

  1. Solo un suggerimento tecnico, Carlo. Quando vai in questi posti che adottano anche la vendita al bicchiere, cosa che secondo me e’ un ulteriore atut per un ristorante, anche se fosse limitata soltanto ad alcune bottiglie, digli di scrivere anchela capacita’ cui si riferiscono. Su quella lavagnetta non l’ho visto. In Polonia e in Cechia, dove da molti anni c’e’ questa pratica consolidata, scrivono 100 ml oppure 0,1 l, anche 150 ml oppure 0,15 l. Poi, di solito, si va a quartini e la cosa e’ gia’ piu’ precisa anche per il consumatore. Perche’ un conto è pagare 3 euro per un bicchierino da 100 ml e un altro conto è pagare 3 euro per un bicchiere da 150 ml (dove c’e’ un terzo di vino in piu’ a parita’ di prezzo). Grazie.

  2. Mario! Come non darti ragione. Alla prossima provvedo anche se….lo vuoi sapere……spesso e volentieri danno un “tot” di vino e pedalare.

  3. L’hai letto? Come vedi, e’ nel tuo stile: ho imparato da te. Ma, a parte questo che ti dovevo, quel che conta e’ in quel vendere a bicchiere che si ripaga in tre bicchieri. Loro, ptraticamente, comprano la bottiglia a un tot. Dividono quel tot per tre e questo rappresenta il prezzo a bicchiere (da 150 ml). Da una bottiglia ne vengono fuori 5. Quindi con i due pagano l’IVA e c’hanno il guadagno lordo. Piena di gente, te lo giuro!

  4. Ora…. che tu abbia imparato da me….questa è proprio grossa! Però ti ringrazio, è un bellissimo complimento

  5. No, no, no. Non e’ un complimento. Per impaginare meglio i tuoi articoli su Enotime, caro Carlo, non ti ricordi che dovevo “entrare” anche nel tuo stile di scrittura, immedesimarmi in quel che descrivevi cosଠbene da sembrare di essere là¬? Nessun complimento. E’ la pura verita’ e ti voglio bene per questo, oltre che per la bandiera nerazzurra che portiamo nel cuore come la tromba di San Siro e l’Alpino scampato alla Russia, il vicepresidente, il buon Peppino.

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