Anteprima Vernaccia San Gimignano: promozione promossa!4 min read

Come si promuove un vino e/o un territorio? In un dialogo surreale proposto qualche giorno fa (vedi) dicevamo che “la promozione è fatta anche di novità, di risveglio di interesse, di cose nuove e stuzzicanti..”

Pare che a san Gimignano ci abbiano sentito e l’evento clou dell’Anteprima della Vernaccia di San Gimignano, svoltosi nel giorno di San Valentino nella meravigliosa Sala Dante è stato interessante, stuzzicante e insperatamente didattico.

Stiamo parlando di  “L’inattesa Liaison: la Vernaccia di San Gimignano incontra i bianchi di Calce”. La degustazione, condotta da due giornalisti “under 31” molto bravi, Antonio Boco e Paolo de Cristofaro metteva a confronto 6 vernacce con altrettanti vini della AOC Vin de Pays dec Cotes Catalanes, che ha il suo epicentro, appunto, nel paesino di Calce (si pronuncia Calze….chissà se gli abitanti si chiameranno calzini).

Siamo in Francia, nel Roussillon, praticamente al confine con la Spagna, in territori vicini al mare ma di collina brusca e piena, con terreni  di natura calcarea e scistosa. Le viti sono ad alberello e tra i bianchi le uve coltivate sono Grenache Blanche, Grenache Gris e Maccabeu.

Adesso devo cospargermi la testa di cenere e dichiarare il mio errore. Quando mi arrivò l’invito per questa degustazione mi venne subito in mente quella pubblicità che recita “Ti piace vincere facile?”. La profonda ignoranza dei vini di Calce mi portò infatti a ritenere che, dopo essersi confrontati (anche con belle figure) con grandi bianchi francesi, Clablis, Sancerre, Cotes du Rhone, al Consorzio della Vernaccia volessero una vittoria schiacciante e per questo avessero scelto una piccola zona francese, non certo alla luce della ribalta internazionale.

Mai idea fu più sbagliata! I sei vini di quattro aziende (Domaine de l’Horizon, Domaine Matassa, Domaine Olivier Pithon, Domaine Gauby) che abbiamo degustato sono state delle vere e proprie sorprese: complessi al naso con grande mineralità e freschezza in bocca. Vini di grande concentrazione e nello stesso tempo eleganti, assolutamente non banali, cangianti nel bicchiere con aromaticità di estrema profondità.

Questi vini, presentati dai produttori, mi hanno lasciato (diciamo in quattro casi su sei) assolutamente a bocca aperta. Al momento che ho saputo i prezzi però la bocca è rimasta aperta in sei casi su sei. Veramente alti, anche se correlati alla qualità dei vini. A quel punto mi sono messo a riassaggiare (e rivalutare) le sei vernacce che difendevano i colori di San Gimignano. Le avevo valutate praticamente tutte ( diciamo 5 su 6) come piuttosto corte in confronto ai vini francesi. In realtà si stava confrontando dei vini (le vernacce) che in enoteca costano da 7 a 10 euro con prodotti che, come minimo costano da 3-4 fino a 10 volte tanto; vini nati da rese mediamente attorno ai 70 quintali per ettaro (con vigne di 15-20 anni al massimo) con chi produce al massimo 12-15 q.li in vigneti vecchi anche 70 anni. Se non ci fosse stata una certa differenza, io produttore di Calce, mi sarei dovuto preoccupare, e non poco.

Tutte questi confronti vi fanno capire come la degustazione sia stata interessante e vissuta e di questo bisogna dare atto al Consorzio della Denominazione San Gimignano che ogni anno si mette in gioco, senza voler “vincere facile”.

Indubbiamente un bel modo per promuoversi, un sistema che potrebbe essere adottato (mutatis mutandis) anche da altre denominazioni. Durante l’assaggio è stato anche suggerito per l’anno prossimo di “rientrare in Italia”, proponendo un confronto con uno o più bianchi famosi dello stivale. Sono convinto che sarebbe una cosa ancora più appassionante ed avrei anche qualche idea in merito.

Mi accorgo che non ho parlato dell’Anteprima vera e propria, quella che presentava la vendemmia 2010. Ma a questo punto dell’anno è proprio necessario spararvi un parere su vini non imbottigliati,  che ancora devono fondere ed esprimere le proprie componenti aromatiche e che non possono non mostrare scompostezze giovanili?

Mettiamola così: un consorzio che, anno dopo anno,  si mette in gioco “senza rete”, organizza un evento sempre interessante, ti propone un qualcosa che allarga le tue conoscenze, merita che i suoi vini vengano valutati al momento giusto e non quando sono a malapena svezzati.
Quindi per la valutazione della vendemmia 2010 vi rimandiamo ai nostri assaggi estivi: in inverno facciamo solo i complimenti a chi, come il Consorzio della Denominazione san Gimignano, riesce a promuoversi così bene.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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