Anteprima Chianti Classico, arriva la Gran Selezione3 min read

Quella che un tempo era l’anteprima delle nuove annate del  Chianti Classico ha passato oggi, mercoledì 20 febbraio, il testimone, all’anteprima del Vino Nobile di Montepulciano.

Ad onor del vero non si chiama più nemmeno anteprima ma Chianti Classico Collection e di questo bisogna dargli atto. Del resto un’anteprima di un territorio così importante ristretta  a nemmeno 20 vini del 2011 imbottigliati e anche meno per la Riserva 2010 è giusto che abbia cambiato nome e si sia indirizzata più sui vini attualmente in commercio. Quindi ben 290 vini in degustazione di varie annate (si andava indietro fino al 2006) e la solita meravigliosa sala della Stazione Leopolda per poterli assaggiare  in quello che ho definito da tempo “il paradiso del degustatore”.

Ma Chianti Classico Collection 2013 ha vissuto su altri momenti importanti: non mi riferisco al Premio Gambelli  (di cui potrete trovare un resoconto filmato qui) ma alla presentazione ufficiale di quella che era stato a suo tempo definito come il “Superchianticlassico” e che oggi è stato ufficialmente battezzato come la “Gran Selezione”.

Sarà un Chianti Classico integralmente prodotti in azienda è potrà essere immesso sul mercato solo dopo 30 mesi successivi alla vendemmia, di cui tre di affinamento in bottiglia, (la Riserva invece rimane con un periodo di invecchiamento 24 mesi e l’annata di 12 mesi).

Un vino che, almeno in teoria, potrebbe e dovrebbe sostituire (con mooolta calma) una parte dei Supertuscan chiantigiani, ovviamente quelli dove il sangiovese gioca in purezza o comunque nelle regole del disciplinare.

Forse potrà creare qualche difficoltà interpretativa sul mercato e toglierà una bella fetta di appeal alla riserva  (non ne sentiremo la mancanza) ma credo e spero che un vino del genere potrà rialzare l’immagine (e il prezzo) di questo storico prodotto  che,  per sentito dire a mezza voce dai produttori presenti, ha un ventre molle che viene (s)venduto attorno ai 3 euro a bottiglia.

Allo stesso scopo dovrebbe servire il restyiling del marchio che mostra un Gallo Nero molto “ringalluzzito”, e canterino, col petto in fuori e il becco aperto da cui sembra esca un saluto ad un appena accennato sole nascente alle spalle. Marchio alla fine comunque poco modificato rispetto al vecchio ma con tocchi intelligenti, anche se credo ogni tocco di Robilant e Associati sia costato parecchio…

Ma vediamo di dire qualcosa sulle due nuove annate in commercio, il 2011 e la Riserva 2010.

Il caldo tremendo che da metà agosto a settembre inoltrato ha colpito praticamente l’Italia intera ha portato a Chianti Classico con nasi pieni di frutta matura e bocche morbide e molto piacevoli. Manca in diversi casi quello che ci si poteva aspettare mancasse, cioè la freschezza, ma per adesso i vini mostrano grande piacevolezza e equilibrio. Speriamo solo che abbiano quella serbevolezza che sempre ci si aspetta da un Chianti Classico. Non vi nascondo che qualche dubbio lo nutro anche se devo ammettere che mi sarei aspettato vini ancora più stressati dal caldo. La tecnica di cantina (quella buona) ha molto aiutato ed è riuscita a portare ad un livello piuttosto alto i vini di quest’annata….comunque il consiglio è di non tenerli in cantina per 10 anni.

Le poche riserve 2010 sono state ancora più difficili da valutare: l’annata è in teoria adatta a farne di buone, ma per adesso non ci sentiamo di esprimere giudizi in merito perché o il legno era ancora sovradimensionato o i nasi erano molto chiusi o l’equilibrio tra le varie componenti non era certo al meglio. Ma sono vini che andranno in commercio non certo adesso e quindi diamogli tempo. A settembre, nei nostri assaggi chiantigiani, saremo chiari ed esaurienti.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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