Altro sfogo da vecchio. Guide: ma il futuro esiste o no?3 min read

Tra pochi giorni inizieranno le presentazioni delle guide enoiche. Si parte con l’Espresso dei miei amici Gentili e Rizzari, per passare poi al Gambero Rosso, Slow Food, AIS etc.
Non c’è dubbio che se un piccolo business è rimasto nel giornalismo enologico su carta questo è rappresentato dalla vendita delle guide, specie nei primi mesi d’uscita in libreria. Questo business nasce dalla curiosità dei molti appassionati (e di non pochi produttori…che si acquistano un bel numero di guide, specie se hanno ottenuto buoni punteggi) che vanno a spulciare i punteggi dei vini della cantina X o Y. Dallo spulciare nasce, probabilmente, anche l’acquistare (oggi sempre più “cum iudicio”) e sicuramente il commentare, confrontare, discutere.

Una guida cartacea esce una volta l’anno e per farlo sottopone i propri collaboratori a dei veri e propri tour de force degustativi, magari proprio nei periodi stagionalmente meno adatti  (esemplare l’assaggio dei rossi importanti in mesi caldi come giugno e luglio, dove degustare un rosso a 16 gradi è spesso una pia illusione).
Se però si vuole uscire per i primi freddi ed avere un prodotto ancora giovane per il periodo natalizio l’unica strada è questa….per il cartaceo.

Ma potrebbe esistere qualcosa di alternativo ad una guida cartacea, che non sia la stessa portata sul telefonino? Esistono i giornali on line che, come noi, degustano come una guida ma in periodi diversi e più adatti (i rossi, per esempio, da settembre in poi), danno maggiori servizi e, last but not least, possono andare on line in pochi giorni o addirittura in poche ore. Non per niente gli assaggi dei Brunello e Rosso di Montalcino che abbiamo pubblicato ieri sono stati fatti meno di una settimana fa e se avessimo una redazione strutturata (quindi almeno con uno- due redattori che inseriscono dentro articoli e dati da mane a sera) gli assaggi non solo del nostro ma di un qualsiasi giornale on line potrebbero andare sul web in poche ore.

Capisco che la velocità non sostituisce competenza e  fama e quindi il peso di nomi come ( in ordine rigorosamente alfabetico) Cernilli, Fabrizio,  Gentili, Giavedoni, Ricci, Rizzari e compagnia attirano ed attireranno sempre. …però….però.
Tanto per  parlare pro domo mea. Nel nostro piccolo (che è veramente piccolo) riusciamo a
1.    presentare un panorama abbastanza esauriente dei principali bianchi e delle più importanti bollicine italiane entro il mese di luglio.
2.    Riusciamo comunque a precedere le guide cartacee anche con diversi rossi (prova ne siano le degustazioni di Sangiovese di Romagna, Teroldego, Marzemino, Brunello e Rosso di Montalcino).
3.    Permettiamo ai lettori di poter commentare ogni vino, di dargli il proprio voto e di farlo conoscere agli altri lettori.
4.   E ripeto, se avessimo un minimo di struttura, potremmo fare molto, molto di più.

Tutto questo una guida cartacea se lo sogna..però…però. Sembra che a molti, produttori in primis tutto questo interessi relativamente. Molto meglio avere la guida da consultare o da mostrare ai clienti che un giudizio “etereo” da scaricare, stampare etc.

Ora mi domando: tutto questo cambierà e se cambierà quando? Eppure i segnali di fumo si alzano da diversi anni: "Le guide sono in crisi, i giornali sul vino sono in crisi, il web è il futuro, sempre più persone seguono i giornali on line"..però… però…tutto questo fumo ha alla base ben poco arrosto perché le pubblicità sul web non decollano (ne sa qualcosa “San” Filippo Ronco che si danna l’anima per noi) e soprattutto la qualità percepita dell’informazione (anche enoica) sul web è notevolmente inferiore a quella cartacea. Insomma: pare tuttora che per avere un peso occorre  effettivamente poter essere pesati su una bilancia, come una guida cartacea, appunto.

Mi ridomando: tutto questo cambierà? Quando? Come? Spero solo non siano i posteri ha dare l’ardua sentenza.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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0 responses to “Altro sfogo da vecchio. Guide: ma il futuro esiste o no?3 min read

  1. Sai qual’è il problema di fondo in tutto questo? Che ti senti vecchio. Ma ne abbiamo parlato a 4 occhi 30 volte, e andare a 31 non mi va, specie in pubblico

  2. Ma quale vecchio! Il fatto è che “carta canta” ancora. Altroché.
    I produttori ce l’hanno là¬, se la guardano, la fanno vedere.
    Oltre al fatto che gli importatori stranieri gli chiedono sempre:
    “Su che guida sei?”
    E poi i vecchi non esistono più. Adesso si chiamano senior. ;)))
    Un abbraccio

  3. Ma che vecchio!!! Mi sento atavico….
    A parte gli scherzi, ha ragione Teresa (anche sul senior..) il peso del cartaceo è “un peso” reale. la domanda è “Come fare a pesare il batitto d’ali di una farfalla?” Eppure è importante quanto la farfalla stessa, che un suo peso ce l’ha.

  4. Spero proprio non cambi.
    Uso internet ricevo le vostre news letter , ma la carta mi affascina ancora.
    Se vado in giro ed improvvisamente il nome di una località  mi ricorda qualcosa, enologicamente parlando, io ho la mia brutta o bella guida di carta nel bagagliaio dell’auto mi fermo la sfoglio e decido se vale la pena.
    Non intendo fermarmi collegarmi ad internet e controllare se c’è qualcosa di interessante.
    Piuttosto guide rapide tascabili veramente con l’informazioni essenziali, divise per regioni, un volume per ogni regione può essere una idea.
    ( Confesso lavoro per un quotidiano) 🙂
    emilio gadaleta

  5. Credo sia stato ampiamente dimostrato che l’informazione su carta, guide incluse, non è affatto alternativa a quella on-line. Semmai ne è un complemento. Ovviamente esistono le eccezioni, per chi proprio volesse cercare l’ago nel pagliaio, ma nel caso delle guide direi che l’effetto di sinergia potrebbe essere concreto. Dico potrebbe perchè , allo stato attuale, ancora si è visto ben poco di interessante. Il primo esperimento credo sia quello dell’Espresso, legato più che altro allo sviluppo delle piattaforme di apps dei mobile device. Una strada da percorrere, quindi, anche per voi. Mi auguro che facciate il percorso contrario, e cioè di inventare un format che consenta un dowload delle sezioni che più interessano. Magari facendo pagare una cifretta, tipo gli 0,79 cent degli app store. Non penso affatto che siate vecchi, anzi mi sembrate molto meno rinco e più competenti di tanti altri che, nel web, si “nascondono”. Saluti

  6. Da una parte sono anch’io amante del libro, della sua fisicità , però vorrei si trovasse un modo per dare valore anche all’impalpabile, che purtroppo ha come handicap il fatto che è il mondo del gratis. Qui imporre un pagamento e molto difficile, non solo nelle forme ma nei contenuti.

  7. Condivido L’articolo …… però…..però; come giustamente detto ormai le guide le comprano solo i produttori che vogliono auto incensarsi e controllare cosa fanno i loro “amici”. Non sarebbe il caso che gli stessi sospendessero di farsi influenzare dai giudizi delle stesse e facessere il “vino”?.

  8. Le guide hanno un impatto diverso. Il fatto poi di uscire tutte contemporaneamente o quasi, le rafforza come comparto, sono solo apparentemente in concorrenza. In realtà  ogni guida risponde a logiche e dinamiche diverse, ognuna ha un target simile ma non identico. La carta ha ancora molte possibilità  di creare risonanza su se stessa: recenzioni su giornali e riviste di carta e non solo di settore; su siti di settore (e non solo) ; i produttori premiati le espongono, i ristoratori e gli enotecari le hanno; librerie e giornalai le vendono. E grande chiacchiericcio tra appassionati e operatori, oltre ad eventi di presentazione in Italia e all’estero. Il sistema è probabilmente in declino, ma direi che altri 10 anni di guide di carta ce li becchiamo di sicuro. Nel frattempo si vedrà . Direi che lamentarsi di non avere la macchina del tempo non serva a molto. Restano ancora dei grandi catalizzatori, anche se dubito che riescano a far ben quadrare i conti, probabilmente sono un “mezzo per” e non il fine dello sforzo economico. Diciamo che i produttori continuano a preferirle come strumento promozionale, dato che sono gli stessi loro clineti che, a maggioranza, preferiscono la carta. Valutiamo poi che le stesse guide sono già  o potranno trasferirsi su Ipad, un possibile sostituto della carta…

  9. Ritengo che il grande problema delle guide cartacee è l’ingessamento dei tempi. Come produttore, piccolo, vedo che i tempi dei vini sono dettati dalla natura, che cambia ogni anno, per cui riuscire ogni anno a rientrare nei tempi di consegna dei vini per le guide non è facile.
    In effetti ostentare una guida cartacea che ti ha premiato è più semplice di una guida online…
    d’altra parte la guida online, se scaricabile magari in una veste originale e formale, sempre aggiornata, , potrebbe fare la sua figura. E perché no a pagamento…

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