A Vinisud 2012 rischierò di sentirmi giovane3 min read

Il 20 di febbraio 2012 chi di voi sa dove sarò?

Anteprima della Vernaccia di san Gimignano? Acqua! In viaggio per Firenze per l’anteprima del giorno dopo del Chianti Classico? Acqua! Da qualche altra parte ad assaggiare vini? Fuochino!

Molti di voi lo hanno letto da tempo e quindi queste righe precedenti  sono inutili ma voglio ridirlo adesso urbi et orbi. Il 20-21-22 e 23 e 24 febbraio sarò a Montpellier per Vinisud. (vedi)

Vinisud  si svolge ogni due anni ed è la fiera dove trovano spazio i  vini del mare nostrum, cioè delle nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. Non solo Mediterraneo nord (Francia, italia, Spagna, Croazia etc) ma anche mediterraneo sud, quindi Grecia, Turchia, Libano, Marocco, Tunisia e compagnia cantante.

Vinisud  si svolge ogni due anni ed è la fiera dove trovano spazio i  vini del mare nostrum, cioè delle nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. Non solo Mediterraneo nord (Francia, italia, Spagna, Croazia etc) ma anche mediterraneo sud, quindi Grecia, Turchia, Libano, Marocco, Tunisia e compagnia cantante.

Perché ci vado? La domanda esatta è “perché ci ritorno”. Ci ritorno perché tutte le volte che ci sono stato, (questa è la quarta) ho imparato qualcosa. La prima volta scoprii i vini del Languedoc e del Roussilion, la seconda volta tanta roba spagnola, la terza conobbi meglio i vini del Libano, la quarta tanta Francia cosiddetta minore, con inoltre un colpo di fulmine per alcuni produttori di Chateauneuf du Pape.

Ma non di solo vino vive il giornalista. Per questo mi è piaciuta sin da subito la veloce e fresca organizzazione, che ti permetteva di accedere senza code chilometriche (anzi, proprio senza code) alla fiera.

Niente code per entrare e neanche per parcheggiare o per uscire la sera dal parcheggio e non perché non ci sia gente, perché sono organizzati bene.
Niente problemi in sala stampa per trovare un computer, assolutamente nessun problema per degustare nella “grande sala comune”. In questo semplice ma geniale  spazio i produttori mettono i loro vini, divisi per denominazioni o zone,  in degustazione e tu puoi assaggiare ( se ce la fai) fino a 3000 vini (tanti ce ne sono)  in “tutta tranquillità” . Dopo gli assaggi io mi segnavo i migliori ed andavo a parlare con i produttori.

Praticamente questa sala funziona con il vecchi concetto di Maometto e della Montagna: invece che il giornalista debba andare dai produttori e dai loro vini, sono i vini dei produttori che vanno dal giornalista.

Quest’anno ai molti pregi organizzativi si è aggiunta la creazione di uno spazio chiamato Vinisud 2.0, dove blogger e giornalisti del web di tutto il mondo si ritroveranno per scambiare esperienze, opinioni, consigli su vini etc. In questo spazio, nonostante io più che parlare rumini francese e inglese, sono sicuro  mi troverò perfettamente a mio agio ed imparerò molto. Già molto ho imparato collegandomi spesso con il blog di vinisud (vedi), dove molti giornalisti e blogger, dalla Cina al Brasile, passando per gli Stati Uniti per poi  tornare in quasi tutti i paesi europei, stanno scrivendo da mesi articoli sui vini di tutto il mondo.

Insomma, una fiera dove anche uno stagionato come me rischia di sentirsi giovane. Se poi avrò nostalgia di casa potrò sempre andare da uno dei molti produttori italiani presenti che, a detta loro, riescono a fare più incontri proficui qui che al Vinitaly.

Preparatevi a ricevere notizie dallo spazio 2.0 di Vinisud.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE