Anche se ormai l’uva è stata portata in cantina e nella maggior parte dei casi ha finito la sua fermentazionei lavori nel vigneto non sono mai ultimati, anzi proseguono il loro ciclo e, per fortuna o per sfortuna, con un po’ più di calma rispetto ai periodi precedenti anche perché, come al solito il clima ci mette lo zampino.
Chi lavora in campagna la prima cosa che fa quando si alza al mattino è guardare fuori dalla finestra per capire che tempo fa. Certo nell’era della tecnologia e della televisione ormai tutti guardano e si aggiornano sulle previsioni del tempo, ma l’atto finale rimane sempre il guardare fuori dalla finestra per capire quale lavoro si potrà fare tra i vigneti.
E per i lavori da farsi in questi primi mesi autunnali è stato quasi impossibile mettere piede nei vigneti sia per i frequenti assaggi invernali nel mese di ottobre sia per le copiose piogge a novembre.
La stagione autunnale non si è affatto risparmiata, soprattutto in precipitazioni.
Come dicevo ottobre,con i primi severi episodi freddi della stagione, ci ha fatto pensare ad un anticipo della stagione invernale. Tutto è cambiato con l’inizio di novembre quando si è innescata aria più mite, con una fase autunnale molto più tiepida. Non sono mancate però diverse fasi di maltempo che hanno portato piogge di maggiore rilievo sull’Italia Meridionale e sul nord Italia, dove sono state fin troppo eccessive causando danni e disagi saliti poi alla ribalta della cronaca. Le regioni centrali hanno risentito meno di questa fase piovosa.
Quindi novembre è iniziato in maniera ben differente rispetto a ottobre, avendo beneficiato di predominio di fasi calde, anche se con giornate perturbate.
In maniera analoga al freddo di ottobre, nemmeno questa parentesi più calda novembrina può darci indizi significativi su quello che sarà l’andamento dell’ormai vicina stagione invernale e quindi sui lavori di potatura da fare. I mesi buoni in cui potare sono quelli dall’inizio dell’ autunno alla fine dell’inverno e questa azione ha rilevanza su tutto il ciclo produttivo della vite.
L’opera del potatore è di grande importanza, soprattutto se i suoi effetti sono valutati nell’arco di un periodo costituito da numerosi anni. Per di più gli interventi di potatura non migliorano le piante ma le sacrificano e le costringono nelle limitazioni di spazio proprie della coltivazione. Le singole viti reagiscono in misura differente all’intervento dell’uomo, in relazione al loro stato di benessere e dimensione. Anno dopo anno è così facile che si accentuino difformità anche rilevanti.
All’epoca della vendemmia, tante differenze possono essere riscontrate anche a livello della produzione sia a livello qualitativo, sia a livello quantitativo. Ovviamente sotto il profilo enologico ciò è difficile da rilevare in quanto la lavorazione riguarda l’intera produzione del vigneto e non si sofferma certamente all’analisi di quanto prodotto dalle singole piante.
Alcune indicazioni per la potatura invernale
1. Rispettare l’epoca di potatura: col distacco delle foglie giunge il momento ideale per questa operazione.
2. Differenziare interventi e modalità dei tagli a seconda dell’età delle piante, delle condizioni del vigneto e del vitigno: fare in modo che nel vigneto non si instaurino concorrenze negative. Bisogna favorire l’omogeneità e l’uniformità del vigneto.
3. Predisporre le piante alla futura potatura di produzione fin dai primi anni per portarla alla longevità: allevare le piante alla futura potatura di produzione fin dai primi anni.
4. Non ridurre drasticamente il ceppo: la drastica sua riduzione, operata con i tagli di ritorno, è una delle maggiori cause della successiva difformità nell’impianto.
5. Curare la scelta tralci da rinnovo per il futuro (sperone)
6. I tagli di potatura ed il Mal dell’esca: tra le maggiori accortezze che può essere conveniente avere, vi è l’impegno ad evitare il sorgere dell’esigenza di grossi tagli nel corso dei futuri interventi di potatura invernale. Il legno colpito va allontanato. Per le viti sintomatiche segnate nel corso dell’estate c’è una possibilità di recupero con la capitozzatura se si elimina completamente il legno con sintomi di carie e disinfettando la ferita. Per ridurre le possibilità di diffusione della malattia, si consiglia di eseguire questa operazione prima di iniziare la potatura del vigneto.
7. Casi particolari: si possono verificare nel caso di viti grandinate e/o danneggiate dove la potatura è necessaria per ritrovare nuovi tralci che possano riprendere la funzionalità produttiva della pianta.
Ricordate inoltre che la potatura può essere totalmente o parzialmente meccanizzata per ottenere una riduzione dei costi mantenendo i principi qualitativi dell’operazione.