Purtroppo non avrò mai la risposta alla domanda “Cosa farà Ampelio da grande?”, che mi feci un anno fa dopo che aveva venduto Villa Bucci. La risposta se la porta con se Ampelio Bucci, che ci ha lasciati a 89 anni. Col senno di poi è riuscito anche nell’ultima impresa, quella di liberare, di lasciare andare verso il futuro l’ultima figlia, quella Villa Bucci che, assieme a lui, per decine d’anni era stata (ed è) un faro nel mondo del vino italiano.
Del resto nella sua lunga vita ne aveva fatte di cose prima e anche mentre dirigeva Villa Bucci: aveva fondato, diretto, partecipato a scuole di marketing e corsi di business, lavorato nel settore della moda, insegnato all’università, ma era il contrario del grande vecchio che vuole insegnare agli altri cosa fare, anzi sperava di essere rimasto un bambino e una volta mi citò una frase di Orwell: “non abbandonare mai completamente la visione del mondo acquisita nell’infanzia, cioè la capacita di desiderare follemente cose che da grandi non si sognano più”.

Forse la cosa più bella che posso fare per Ampelio è ricordarlo come un bambino geniale ma con molti anni sulle spalle e per farlo sono andato a riaprire una suo libro che si chiama, guarda caso, “L’infanzia infinita” e parla dei ricordi della sua gioventù, passata a cavallo della seconda guerra Mondiale tra Milano, la campagna e il mare delle Marche. In quel libro c’è a capacità descrittiva di Ampelio che ti permette di sognare, di mettersi al suo posto, di tornare per un attimo bambini e vedere le cose con occhi candidi e aperti allo stupore, ma soprattutto di comprendere che possiamo farlo anche oggi.
Ma oggi gli occhi, aperti o chiusi, mi servono solo per piangere un amico e una grande persona.
Gli telefonai poco dopo la vendita di Villa Bucci, chiedendogli un’intervista e lui mi rispose evasivo: pensai che avesse ancora da sistemare delle questioni economiche e invece doveva sistemare se stesso, ma per farlo non serviva il suo genio e la sua mentalità aperta e giovanile. Quello con la falce non tiene conto dei tuoi pensieri ma del tuo corpo e a 89 anni il bambino che era in lui è stato costretto a passare la mano.

Ampelio ci lascia tanto: non solo grandi vini ma tanti insegnamenti e uno lo voglio riportare. Gli chiesi perché Villa Bucci, pur molto famosa, non aveva mai seguito il marketing o le mode enoiche che si erano susseguite nel tempo. La sua risposta fu “Lo stile è l’opposto della moda. Quello che io ho cercato di fare nel vino è di creare uno stile e un marchio, e per farlo l’unica cosa è la grande stabilità e fermezza. Questo è il vero marketing oggi, non certo seguire le mode”.
Caro Ampelio, tutte le volte che ho aperto una bottiglia di Villa Bucci ho sempre pensato a quel sorridente bambino che prima avvicinava e poi superava gli 80 anni e da oggi in poi continuerò a fare lo stesso perché forse sarà un sogno, ma spero che da qualche parte tu possa sentirmi, vedermi e sorridere.
Che questa terra ti sia lieve.