InvecchiatIGP. Senza sforzo, dopo 26 anni, un grande Sforzato: Valtellina Sforzato Doc 1999, Balgera3 min read

In questa rubrica non parleremo dei problemi geriatrici di qualcuno di noi (anche se sarebbe utile). Il nostro intento è quello di andare a scovare e raccontare i vini italiani “non giovanissimi”. Abbiamo pensato a questa dizione perché non parleremo quasi mai di quelli che vengono definiti “vini da grande invecchiamento” ma cercheremo sorprese, chicche, specie tra vini che nessuno si aspetterebbe.

Nel mese d’aprile, dopo una visita in azienda, avevo scritto in merito alla degustazione di un buon numero di vini di Balgera e avevo introdotto l’articolo in questo modo:

“Quella di Paolo Balgera è un’azienda storica, fondata nel 1885 da Pietro Balgera e giunta, con Luca e Matteo, figli di Paolo, alla quinta generazione.
Situata a Chiuro l’azienda possiede sei ettari di vigneti in proprietà nel territorio di tre sottozone, Valgella, Sassella e Grumello e s’avvale inoltre delle uve di alcuni conferitori storici.
I vini prodotti da Paolo, che ora ha passato la mano al figlio Luca, sono caratterizzati da un lungo affinamento prima della loro messa in commercio.
Sono 50 mila le bottiglie prodotte annualmente, suddivise su una ventina d’etichette.”

Ora per la rubrica del sabato “InvecchiatIGP” assaggio un vino di 26 anni d’età, uno Sforzato del 1999 quando era ancora un vino a DOC (la Docg per lo Sforzato arriva nel 2003).

Paolo Balgera ha sempre utilizzato per l’affinamento dei suoi vini botti di grandi dimensioni e questo vino ha certamente trascorso numerosi anni in questi contenitori prima d’essere imbottigliato.

All’apertura della bottiglia il tappo è fuoriuscito senza sforzo alcuno e si presentava ancora intatto, buon segno.

Nel bicchiere ho trovato un vino dal color granato luminoso e limpido, di discreta intensità e con unghia tendente all’aranciato, altro buon inizio.
Ma è al naso che ha mostrato tutta la sua qualità: intenso ed elegante, con note fruttate ancora in evidenza che virano verso sentori di confettura di prugne, balsamico, ampio e ancora fresco, con note mentolate e accenni di liquirizia dolce e radici, spezie dolci, vaniglia e cannella e fiori appassiti, violetta e petali di rosa completano il quadro olfattivo.
In bocca è strutturato ma non massiccio, con trama tannica in perfetto equilibrio e con vena acida ancora vibrante, anche la nota alcolica appare bene integrata (d’altra parte il suo tenore alcolico non è elevatissimo per la tipologia di vino, 14,5% Vol.), i sentori spaziano dal tamarindo al cioccolato alla menta e alla vaniglia, con note fruttate ancora ben presenti, la sua persistenza è decisamente lunghissima.

Si tratta si uno stile di Sforzato che mi piace molto, che non vira verso morbidezze (o dolcezze) eccessiva e stancanti, con una struttura ed un grado alcolico che ne facilitano la beva.

Averne di vini simili con un quarto di secolo sulle spalle.

Lorenzo Colombo

Lorenzo Colombo è degustatore ufficiale ONAV e creatore del Blog Io e il Vino.


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