Falanghina dei Campi Flegrei, del Sannio e di altre Doc campane: un 2024 insufficiente,  ma buoni segnali dalle annate precedenti.2 min read

Solo 10-15 anni fa si considerava la Falanghina non solo un vitigno secondario nel panorama campano ma un vitigno secondario di zone secondarie, perché tutto il focus era puntato sull’Irpinia e sulla triade Fiano di Avellino, Greco di Tufo e aglianico/Taurasi. Oggi gli assaggi di Falanghina  hanno la stessa importanza di quelli dei bianchi irpini, perché non solo il Sannio e i Campi Flegrei hanno dimostrato che questo vitigno oltre a essere bevuto giovane porta facilmente a vini da lungo invecchiamento, ma perché oramai la Falanghina si trova quasi ovunque in Campania e sembra quasi essere diventato il “vitigno unificatore” dell’enologia regionale.

Anche i numeri dei vini assaggiati, superiori sia ai Fiano che ai Greco, lo stanno a dimostrare e quindi eccoci a parlare, come accadeva in passato,  non del terzo vitigno bianco campano ma del vino/vitigno che più si è sviluppato nell’ultimo decennio.

Passando dal decennio all’annata il discorso cambia, perché la 2024 non è stata certo una grande vendemmia, anche per la Falanghina.  Sia nel Sannio che nei Campi Flegrei abbiamo degustato vini abbastanza leggeri, con una discreta freschezza ma non certo con una dinamicità a cui altre annate ci avevano abituato. Ma la Falanghina ormai non è più un vino che “canta una sola estate” e così i buoni risultati sono arrivati soprattutto da annate precedenti. In effeti, sempre negli ultimi 10-15 anni la Falanghina ha seguito una strada che hanno percorso per primi  Fiano e Greco in Irpinia: oramai il vino d’annata è quello per il “consumo facile”, quello delle pizzerie o dei ristoranti sul mare tanto per capirsi, mentre la Falanghina più importante esce due, anche tre anni dopo ed è un vino che ben poco ha a che fare con le semplici Falanghina estive. 

Detto questo non possiamo non rimarcare  una certa delusione per alcune interpretazioni nel 2024 molto, troppo semplici:  e non basta 1 Vino Top di quest’annata per far pendere la bilancia verso la sufficienza, anche perché le Falanghina 2024 che hanno superato la soglia (per noi importante) degli 80 punti arrivano a malapena al 45% del totale rispetto all’ottimo 66% delle Falanghina di annate precedenti.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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