Non stava bene da tempo ma l’ultima volta che l’ho visto era il solito vulcano in eruzione. Silvano Formigli, che è stato uno degli uomini che ha fatto crescere commercialmente e culturalmente il vino italiano non ha mai avuto mezze misure.
Con la sua Selezione Fattorie e prima ancora quando era direttore commerciale del Castello di Ama e delle Cantine del Grevepesa, era onnipresente, sempre sorridente, arguto, informato su tutto e su tutti. Veniva dalla vera gavetta, come gli piaceva sottolineare era figlio di mezzadri e la sua anima era legata indissolubilmente al territorio del Chianti.

Quando problemi di salute l’avevano costretto a rallentare non si era certo fermato: orto, nipoti e figli da affiancare ma soprattutto aveva scritto un libro intitolato appunto “Chianti Classico e figlio di mezzadro” che era un sunto della sua scoppiettante vita e anche un quadro storico su quella terra che lui ha amato, compreso, divulgato. Più del vino amava l’olio, ma quello buono, l’extravergine d’oliva e qui riporto una sua frase che ho sempre tenuto di gran conto “Spendiamo di più per l’olio che mettiamo nell’auto che per quello che mettiamo in pancia”.

Ripenso al nostro ultimo incontro e lo vedo solare e allegro come sempre e mi viene difficile pensare ad un Silvano fermo, immobile, che non vuole spiegarti o presentarti qualcosa. Era talmente vitale che devo fare uno sforzo notevole per immaginare che la notizia della sua morte sia vera. Aveva scritto per noi anche alcuni articoli, sempre chiari e approfonditi, com’era nel suo stile.
Ciao Silvano, sicuramente veleggerai nel cielo del Chianti e spero che la terra ti sia talmente lieve da permetterti di farlo sui luoghi, sulle vigne, sugli oliveti che hai tanto amato.
Ringrazio Andrea Gori per la foto di copertina