Irina Guicciardini Strozzi: Alla Vernaccia di San Gimignano darei 29, non 30 e lode!12 min read

Abbiamo intervistato, in vista dell’Anteprima dal 16 al 19 maggio, la presidente del Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano sia su temi relativi al mondo della Vernaccia che della sua storica famiglia.

Winesurf: “Buongiorno Irina, nel vostro stemma ci sono due corone, quella da principi e quella da conti. Ora, aldilà del significato neanche tanto recondito che anche i principi devono fare i conti, nello stemma non ci sono elmi, quindi non avete antenati guerrieri?

Irina Guicciardini Strozzi: “Non abbiamo antenati guerrieri perché gli Strozzi erano banchieri e i Guicciardini erano più che altro politici e diplomatici. C’è però una leggenda che narra che le tre mezzelune dello stemma Strozzi si riferiscano ad una vittoria in battaglia contro i mori. Però è solo una leggenda e lo stemma ha origine dal fatto che la famiglia proviene da Fiesole, che come stemma ha una mezzaluna.”

W. “Il primo ricordo che hai di un vino riguarda un bianco o rosso?”

I.G.S. “Il primo ricordo è un vino bianco spumante, la Vernaccia spumantizzata che producevamo anche tempo fa.”

W. “Quanti anni avevi?”

I.G.S. “Quanti mesi vorrai dire, mi inzuppavano un ditino nel bicchiere di Vernaccia e poi facevo il resto. Diciamo che il mio destino è stato segnato sin da quando ero in fasce.”

W. “Cusona esiste da prima dell’anno mille e oggi si estende per circa 600 ettari. Secondo te se il futuro della viticoltura  passerà attraverso aziende altamente specializzate, come vedi il futuro di questa tenuta, dove tanto bosco, tanti terreni più o meno a seminativo coesistono con poca vigna?”

I.G.S. “Da un a parte è un problema ma dall’altro un’azienda così grande ti dà anche ottime opportunità. Cusona ha una composizione molto variegata e questo gli permette oggi di suddividere le sue attività, andando incontro ad una vera specializzazione. Per esempio nei nostri boschi, che coprono circa un centinaio di ettari, molte piante sono state micorizzate  per ottenere tartufo bianco, oggi sicuramente un prodotto di altissimo livello e che attira molto il turismo. E’ un progetto che ho avviato e che sto seguendo personalmente. Poi abbiamo il vino e il settore dell’enoturismo con quelle che oggi vengono chiamate experiences, e a Cusona se ne possono fare di vario tipo, anche legate alla storia dell’azienda. Il futuro è sicuramente quello di creare specifici settori, ma che già esistono e vanno solo sviluppati e approfonditi.

W. “Presidente donna dopo una presidente donna: personale del consorzio composto da donne,  pubblicità al femminile: è un caso o una scelta?”

Logo Club Winesurf

Ciao, questo è un contenuto riservato ai soci del Club Winesurf. E che cos'è?

Il Club Winesurf è il luogo dove i soci possono scoprire in esclusiva tutte le nostre degustazioni: i migliori vini italiani passono nei nostri bicchieri, li valutiamo e li pubblichiamo mesi prima di qualsiasi altra guida cartacea.

 

Leggi senza limiti Winesurf con 40€ all'anno

 

Entra nel club e sostieni anche tu Winesurf!

 

Scopri di più sul Club >

Già registrato? Accedi con form sottostante

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


LEGGI ANCHE