12 e 13 giugno. Ricordatevi solo di una cosa, di votare!2 min read

Non siamo un giornale politico ma…..l’acqua (due referendum) l’aria (uno, quello sul nucleare) ed il non voler essere presi in giro (un referendum sul “legittimo impedimento”) sono cose che tutti condividono.

Per questo torno a parlare dei referendum di domenica 12 e lunedì 13: non per dare indicazioni di voto ma per chiedervi di ricordare, nel caso non andaste a votare, che ci sono persone (non poche)che sono morte per permetterci di esprimere liberamente il nostro parere con il voto. Capisco di metterla giù dura ma….nel momento in cui deciderete di non votare pensateci un attimo e, se sentite un minimo di vergogna, prendete il certificato elettorale e fate quello che ogni cittadino dovrebbe fare.

Mi sembra (forse mi sbaglio) che fino agli anni settanta il non andare a votare venisse segnalato sulla fedina penale. Libertario come ero (e sono) non mi sono mai scandalizzato per questa (forse) regola, ritenendo il voto un dovere.

Oggi più che mai questo dovere deve essere esercitato. Uno voti si, no, forse, bianca, annulli la scheda con una scritta rivoluzionaria (come si diceva un tempo) ma vada a votare perché il non voto impedisce a chi vota (in qualsiasi maniera) di esprimersi, gli tappa la bocca, lo rende inattivo nel gioco democratico.

E’ come se durante una partita di calcio i giocatori di una squadra uscissero tutti dal campo e l’arbitro, invece di dare la vittoria all’altra formazione, annullasse l’incontro. Vi sembrerebbe giusto?

Facciamola giocare questa partita, che è importante per noi e soprattutto per i nostri figli.

E poi……potrebbe anche avverarsi la maledizione che colpisce il premier che pubblicamente dichiara di non andare a votare o che consiglia a tutti di andare al mare….sai mai.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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