Vernaccia di San Gimignano: lavori in corso!3 min read

Penso che oramai i nostri lettori sapranno che chi scrive vive a meno di 10 chilometri da San Gimignano e quindi si picca di conoscere abbastanza bene il territorio. La sua conoscenza lo aveva portato a prevedere un buon 2006, sicuramente superiore al già interessante 2005. Purtroppo, assaggi alla mano, non è andata così. Abbiamo così fatto una piccola indagine per capire il perchè..
Parlando con alcuni produttori è venuta fuori una situazione che potremmo definire con il termine “Lavori in corso.” Da alcuni anni il Consorzio sta facendo un serio lavoro di zonazione e di aiuto tecnico alle aziende. Questo comporta una revisione, spesso drastica, della conduzione del vigneto, che in almeno un 25% delle vigne prevede ancora come forma di allevamento una specie di cortina/cordone speronato a quasi 160-180 cm. da terra. Va da sé che questi passaggi hanno bisogno di tempo per essere metabolizzati sia dai produttori che dalla vigna stessa. Il 2006 è stato forse l’anno più impegnativo per questi importanti cambiamenti e quindi niente di strano se i vini ci sono sembrati non pienamente espressi. Ma c’è di più, anche se la moderna tecnologia in cantina è arrivata a San Gimignano da più di 15 anni manca in diversi casi la conoscenza profonda  per poterla dosare e sfruttare nella giusta maniera. Per questo siamo arrivati ad un buon livello ma difficilmente si riesce a superarlo. Nel frattempo però altre zone enologiche concorrenti (Soave, tanto per fare un nome) hanno fatto passi da gigante.
In cantina però non ci stanno solo le vasche in acciaio ma anche le barriques e qui si arriva al terzo punto della nostra mini inchiesta. Il dato di base è che la vernaccia è un uva molto delicata specie per dei passaggi in legno: pur sapendolo diversi produttori le usano senza conoscerle bene (vedi il caso del vino che non ci fermenta ma ci si affina solamente) con il risultato che una parte delle vernacce in barriques o tonneau sembrano coperte dalle note di quello strumento di cantina che dovrebbe invece esaltarne le caratteristiche.

Adesso veniamo ai risultati degli assaggi che hanno rispecchiato la situazione sopra delineata. Le Vernacce 2006 sono risultate ben fatte ma senza una forte caratterizzazione. Si vede in molti casi la voglia di fare ma non si tocca con mano il risultato. Neanche tanto per assurdo infatti i vini cosiddetti base hanno avuto quasi la stessa media punti delle selezioni. Nessun vino ha raggiunto le quattro stelle mentre un buon numero si è attestato sulle tre. Complessivamente quindi il compito è stato svolto abbastanza bene ma, come detto,  ci aspettavamo di più da quest’allievo. Sul fronte delle Riserve 2005 il discorso è presto fatto: mentre assaggiavamo mi tornava a mente quel verso del VII canto della Divina Commedia  dove gli avari stanno “Voltando pesi per forza di poppa”. La loro pena è pari ad alcune Riserve 2005 che, pur non avendo commesso nessun peccato, hanno comunque sulla “poppa” troppo legno, che le schiaccia e le rende senza freschezza, lunghezza e complessità.
Tra pochi giorni inizierà la vendemmia 2007: speriamo che il lavoro fatto a livello di denominazione inizi veramente a pagare.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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