Morellino di Scansano: bene, anzi meglio!4 min read

Devo fare pubblica ammenda! Se non fosse stato per Giacomo Pondini, direttore del Consorzio del Morellino, che mi ha chiamato per chiedere quando volevamo andare in Maremma ad assaggiare, forse quest’anno Winesurf non avrebbe degustato i Morellino, perdendosi non poco.

Non solo dal punto di vista della qualità media che è molto alta, ma soprattutto per le belle scoperte fatte in degustazione.

Se andiamo a vedere le cantine che hanno ottenuto i maggiori punteggi troviamo veramente un mix su cui riflettere: dalla piccola azienda assolutamente fuori dal mondo della comunicazione, alla cantina sociale, passando per entità pubbliche fino ad oggi mai ad alto livello, senza scordarsi conferme importanti di produttori storici e conferme di piccoli produttori che noi abbiamo sempre ben considerato.

Se i punteggi alti li prendono aziende così diverse tra loro per struttura, storia e numero di bottiglie può voler dire una cosa sola: il territorio sta crescendo! Stanno crescendo in qualità e profondità i Morellino importanti (riserve e non solo), stanno crescendo in piacevolezza ed equilibrio i Morellino d’annata o comunque quelli da bersi quasi come vino quotidiano.

Peccato alcune aziende importanti abbiano deciso quest’anno di non inviare i loro vini, magari avremmo potuto constatare anche un loro miglioramento, che avrebbe fatto ancor più quadrare il cerchio.

Ma scendiamo un po’ nei particolari: oltre ottanta i vini degustati, anche se qualcuno si è dimostrato poi un riassaggio e quindi non è stato inserito. Un media stelle veramente alta  (2.72!!!! superiore a tanti rossi italiani iperblasonati) sia tra i vini di annata che tra le Riserve.

I Morellino 2012  hanno mostrato un buon frutto, anche se in alcuni casi piuttosto strano perché  ricordano da vicini i vini giovani del Languedoc (che a noi piacciono, tra l’altro) . In bocca hanno una insperata freschezza ed una spiccata piacevolezza. Se vogliamo essere cattivi potremmo trovarli mancanti di vera grinta (leggi tannino) ma in quanto a equilibrio e bevibilità non hanno problemi. Considerando che si tratta di vini di prezzi piuttosto contenuti (tra 5 e 8-9 Euro) bisogna riconoscere che svolgono egregiamente il compito loro assegnato, grazie anche ad una qualità media che non ci ha visto andare mai sotto le 2 stelle.

I 2011 assaggiati potremmo definirli in molti casi “ Morellino Selezione” e indubbiamente sono uno p più passi avanti per potenza e concretezza  rispetto ai 2012, anche se mantengono una bella sapidità. In questo gruppo  troviamo vini di assoluto livello con prezzi quasi irrisori. Prodotti da consigliare a tutti, in assoluto. Spulciando l’unico difetto che troviamo (e che si accentuerà nelle riserve) è quello della grande diversità cromatica tra i vini con maggiori o minori percentuali di Cabernet e merlot. Mettendo accanto due vini di queste due “tipologie” quello con più cabernet sembra più giovane di 2-3 anni e questo è un problema che una denominazione deve in qualche modo risolvere.

Come accennato dovrà risolverlo soprattutto nelle riserve che in alcuni casi vedono vini della stessa annata che vanno dal porpora all’aranciato.  Queste diversità diventano quasi strutturali perché le gamme aromatiche differiscono spesso (anche qui qualche nota da Francia del Sud) ed anche in bocca abbiamo oramai due tipologie quasi distinte: la “rotonda-fresca- armonica” e “la ruvida-pastosa-potente”.  In questo secondo gruppo troviamo per noi  le migliori espressioni di un Morellino importante e caldo, senza per questo che l’alcol abbia il sopravvento. Il bello infatti delle riserve, anche di quelle dove il tannino è più marcato, è una vena sapida che le accompagna in bocca e gli conferisce una certa “maremmana” eleganza.  

Come si può ben capire siamo rimasti favorevolmente impressionati da questi Morellino di Scansano, un vino che ha avuto momenti di stasi commerciale nel recente passato ma che adesso si attesta da due-tre anni sui 9-9.5 milioni di bottiglie ad un prezzo però non certo stratosferico ( in GDO si parte da 3.5-4 euro).

La nostra soddisfazione è maggiore se consideriamo il fatto che la crescita è dovuta anche ad aziende di giovani produttori che seguiamo con attenzione da alcuni anni e, pur con strade e impostazioni diverse, stanno producendo ottimi vini.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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