Oramai i rosati non sono più una moda passeggera e ne sanno qualcosa nella zona del Bardolino, dove il Chiaretto non è mai stato così richiesto e apprezzato.
Per quanto i Chiaretto saranno sulla cresta dell’onda? Nessuno può dirlo, anche perché i moltissimi appassionati che frequentano l’anteprima del Chiaretto (e del Bardolino), si sommano a quelli in continuo aumento che amano bere una bottiglia di questo rosato da uve corvina, rondinella e molinara.
Sarà anche merito del consorzio, che è riuscito a trovare sempre più sbocchi gastronomici per questo vino, ma negli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio boom del Chiaretto.
Sembra che il boom sia continuato anche in un anno come il 2015, in teoria non certo molto favorevole per i rosati, visto che il caldo ha reso difficile mantenere quell’acidità e quella generale freschezza che conferisce alla tipologia garbo e piacevolezza.
Per questo ai primi di luglio ci siamo avvicinati all’assaggio ufficiale di Winesurf (quello “ufficioso” l’avevamo fatto all’Anteprima e non ci aveva dato grandi soddisfazioni) con una certa ritrosia.
Per fortuna gli oltre quattro mesi passati dall’anteprima hanno permesso ai vini non solo di essere molto più presentabili, ma anche di affinare alcune caratteristiche dell’annata, come le belle sensazioni fruttate e la rotondità al palato.
Quindi ci siamo trovati davanti a vini di buona piacevolezza, a cui qualche altro mese di affinamento in bottiglia non farà certo male, e con una rotondità che sicuramente sarà sfruttabile negli abbinamenti cibo-vino.
Magari il Chiaretto 2015 non sarà molto abbinabile ad un cinghiale in umido, ma sarebbe un errore ritenerlo adatto solo come antipasto, anche perché i prezzi veramente bassi di tanti Chiaretto (da 5 a 8 euro in enoteca) farebbero propendere “la tasca” per un uso a tutto pasto.
C’è da fare un’altra considerazione e cioè il miglioramento generalizzato della produzione: fino a pochissimi anni fa si trovavano sempre alcuni vini chiaramente difettati, ma per fortuna oggi il numero è diminuito drasticamente. Diminuisce meno drasticamente invece il numero di Chiaretto che puntano ad un rosa mooolto tenue, cercando così di rendere la tipologia sempre e comunque riconoscibile. Se devo proprio dire la mia non mi sembra un gran male, anche se pare che le insondabili leggi del mercato lo richiedano.
Non lo richiede il mercato, ma volendo “osare” vi consiglio di aprire adesso bottiglie di Chiaretto 2014. Vi troverete di fronte a delle sorprese che potrebbero scombussolare posizioni a priori, che vedono nei rosati, specie del nord, una “scadenza” attorno alla notte di San Lorenzo.