Bolgheri: finalmente convincenti sia Rosso che Superiore3 min read

Erano due anni che non venivamo a Bolgheri e ne sentivamo la mancanza. Per i vini sicuramente ma il paesaggio non è da meno: Il mondo che si vede da una qualsiasi collinetta alta 10 metri sopra il mare è veramente bello e quello che si gode salendo a Castagneto Carducci è semplicemente meraviglioso.  Un mondo di poche migliaia di ettari ordinato da vigne, olivi e casolari perfettamente restaurati, con il profondo verde delle colline e l’immenso blu del mare a fare da ideale confine.

 

Una terra bellissima, a cui io sono particolarmente affezionato anche se non sempre i vini che vi si producono mi hanno convinto in pieno. Quindi sono contento di  affermare che mai come questa volta il piccolo mondo enoico bolgherese mi/ci ha convinto.

Prima di procedere oltre dobbiamo però ringraziare il Consorzio di Tutela che ci ha ospitato ed ha organizzato in maniera perfetta la degustazione degli oltre cinquanta rossi degustati, suddivisi quasi equamente tra Bolgheri e Bolgheri Superiore.

Negli vari assaggi precedenti o trovavamo un ottimo livello medio dei rossi base con un andamento non molto convincente dei Superiore, oppure quest’ultimi  mostravano grandi doti mentre i primi restavano spesso al palo. Questa volta la cosa veramente interessante è che abbiamo visto un miglioramento generalizzato della denominazione in entrambe le tipologie.

I Bolgheri Rosso sono finalmente nella quasi totalità dei vini ben fatti e piuttosto armonici, dove la piacevolezza spesso fa da compagna a strutture di ottimo livello, senza che la freschezza abbia a soffrirne più di tanto. L’abbiamo notato assaggiando vini di due annate certamente calde, come il 2011 e il 2012 e trovando quasi sembra una vena fresca o comunque sapida che ben accompagnava il vino in bocca.

I Superiore, figli quasi tutti di un’ottima annata come il 2010, hanno messo in mostra polpa e complessità non solo da parte dei soliti noti. Forse la nota più positiva del nostro assaggio è stato che i punteggi più alti sono  stati per la maggioranza ad appannaggio di aziende che non erano mai arrivate così in alto o addirittura di cantine al primo anno di produzione. Questo è sicuramente segno di un miglioramento generalizzato che fa passare in secondo piano il non proprio eclatante risultato di aziende da cui ci aspettiamo sempre il massimo.

Questo risultato positivo è arrivato anche da vini  con uvaggi completamente diversi tra loro. Bolgheri, come sapete, è la terra del “0-100”, cioè il luogo con un disciplinare che permette molto, forse troppo. Questa diversità ampelografica oramai è però evidenziata solo dalle percentuali perché i tre vitigni bordolesi  (Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot) sono sempre più le colonne portanti della denominazione, con il Cabernet Franc che sta crescendo d’importanza anno dopo anno.

Ma vediamo un po’ ai numeri, anche se da un punto di vista statistico un certo beneficio d’inventario deve essere dato al numero basso di campioni. I 30 Bolgheri Rosso hanno ottenuto una media stelle di 2.71, mentre i 22 Superiore sono arrivati a 2.97. Medie veramente alte, ma quello che ci interessa è far notare come la distanza tra le due tipologie non sia enorme, mentre il divario di prezzo è sicuramente molto più ampio. Si può discutere fino alla nausea se certe cifre siano consone per molti vini prodotti a Bolgheri e quindi è meglio lasciar stare il discorso e constatare che mai come quest’anno si trovano tanti Bolgheri Rosso veramente buoni a prezzi concorrenziali.

 E con quest’ ultima buona notizia vi salutiamo e vi diamo appuntamento all’anno prossimo (tranquilli, mancano solo due giorni).

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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