Organizzata dalla Strada dei vini DOC Castel del Monte, la degustazione ci ha fornito un quadro abbastanza esaustivo dello stato della viticoltura della zona, almeno per i vini bianchi , visto che l’associazione riunisce 14 aziende in rappresentanza della totalità delle cantine della zona. Non si dice certo una novità quando si afferma che la Puglia è terra di rossi, poco adatta alla coltivazione di uve a bacca bianca: d’altronde, ad esclusione della Valle d’Itria non vi sono, geograficamente parlando, le condizioni climatiche per significative escursioni termiche giorno/notte, le uniche che garantiscano la costruzione e conservazione di un corredo olfattivo degno di nota e che rende i vini bianchi così gradevoli. Se a questo aggiungiamo che probabilmente i vitigni pugliesi a bacca bianca, hanno dei limiti oggettivi, forse insuperabili, il quadro non è affatto consolante. Non è mai stata terra di bianchi né mai forse lo sarà, con le debite eccezioni, perlomeno per quelli di fascia alta, dotati di grandi profumi e complessità. In una regione in cui il mare entra nella cucina così prepotentemente, con i suoi mollusci, crostacei e pesci di ogni sorta, consumati crudi e cotti, la mancanza di validi vini bianchi è stata per anni una vera e propria iattura.
Per fortuna che il Disciplinare della DOC Castel del Monte per i vini bianchi è permissivo, ammettendo la produzione di vini ottenuti da Pampanuto, Bombino Bianco, ma anche da Chardonnay, Sauvignon, Pinot Bianco. Non è quindi difficile trovare vitigni internazionali in purezza o in assemblaggio: questo riequilibra un po’ le cose , dando più possibilità ad un territorio che altrimenti avrebbe ben poco da dire per i vini bianchi. C’era da aspettarselo che un giorno o l’altro avrei lodato l’utilizzo di Chadonnay e Sauvignon!
L’annata 2006 per i vini bianchi nella zona Castel del Monte è stata giudicata buona specie per i vitigni di prima maturazione come Sauvignon, Chardonnay e Pinot Bianco che hanno goduto di un clima particolarmente favorevole e di condizioni fitosanitarie eccellenti, evitando le piogge di settembre che invece hanno dato qualche lieve problema agli altri vitigni Le degustazioni d’altronde confermano questo quadro come dimostrano le valutazioni attribuite agli chardonnay ed ai sauvignon di varie aziende, evidenziando in generale una sostanziale correttezza dei vini, frutto di processi di vinificazione moderne ed attente. Forse se i produttori della zona credessero nei vini bianchi così come fanno per i rossi , probabilmente sarebbero anche qualitativamente posizionati molto meglio ed in un mercato internazionale che mostra di prediligerli sempre più, potrebbe essere una ulteriore possibilità per affrontare un mercato ormai globale.
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Bianchi Castel del Monte:questo passa il convento.2 min read
