Bianchi Alto Adige 2014: il “paracadute qualitativo” ha funzionato!5 min read

La chiusura delle degustazioni dei bianchi italiani annata 2014 abbiamo pensato di riservarla ad uno dei territori che nell’immaginario collettivo è visto come patria di ottimi bianchi, l’Alto Adige.

 

In effetti, anche parlando di una vendemmia difficilissima come quella  dello scorso anno, bisogna ammettere che l’Alto Adige mostra di avere un bel “paracadute qualitativo”, che gli ha permesso di  produrre comunque vini di buono e addirittura ottimo livello.

 

Ma in una zona specializzata però nel monovitigno abbiamo trovato delle logiche differenze, che noi evidenzieremo non parlando in generale dell’annata ma puntando i riflettori su ogni singolo vitigno.

 

Visto che questa impostazione ci porta a ben 10 suddivisioni iniziamo subito.

 

 

Chardonnay: voto 6.5

 

Nonostante da anni sosteniamo che in questo vitigno non si trova certo la migliore espressione  enoica dell’Alto Adige dobbiamo ammettere che i risultati della vendemmia 2014 non si discostano molto da quelli di annate più blasonate. Il pregio degli chardonnay 2014 è una semplice e lineare freschezza che, rispetto ad altri anni, li rende meno noiosi e prevedibili e forse anche più serbevoli. Se a questa aggiungiamo anche, nei migliori casi,  un discreto corpo possiamo senza dubbio considerarli in maniera positiva.  Niente di eccezionale, intendiamoci,  ma visti i risultati di altre zone,  anche vicine, ci aspettavamo di peggio. 

 

 

Pinot Grigio: voto 5

 

Quello che è accaduto per lo Chardonnay non è successo al Pinot Grigio. Qui la vendemmia si sente, con vini dove il corpo latita e dove soprattutto la freschezza non riesce a dare una mano per alzare il livello. In definitiva vini noiosi, adatti comunque a quel grande mercato che vede il Pinot Grigio come la “vinacea” di tutti i mali.

 

 

Müller Thurgau: voto 7+

 

Ne avevamo degustati alcuni alla Mostra del Müller in Val di Cembra e non ci erano dispiaciuti. Li abbiamo assaggiati per Winesurf e abbiamo avuto la stessa impressione. I Müller del 2014 sono aromaticamente molto più rispondenti al vitigno che in altre annate e una bella freschezza al palato gli permette di essere ben godibili. Mediamente forse non avranno grande potenza ma questo, nel 2014, era un dazio da pagare.

 

 

Sauvignon: voto 7.5

 

Uno dei gruppi più numerosi, con indubbiamente all’interno dei buoni vini. I Sauvignon del 2014 hanno nasi prevedibilmente portati a note molto vegetali, ma avendo anche buon nerbo e corpo di uguale livello, possiamo anche farli aspettare in cantina, sicuri che un annetto di maturazione li migliorerà non poco. Forse non ci saranno le complessità di altre annate ma il risultato complessivo è da ritenersi più che buono.

 

 

Kerner:  voto 6

 

Per la prima volta dedichiamo a questo vitigno un gruppo a sé stante, per certificarne oramai la continua crescita quantitativa. Sulla crescita  qualitativa invece, pur avendo assaggiato qualche campioniedi ottimo livello, dobbiamo aspettare almeno il prossimo anno. Anche se nella media abbiamo trovato vini di corpo non eccelso il problema che abbiamo riscontrato in maniera chiara è la totale mancanza di un’uniformità stilistica, di un filo conduttore che porti ad una chiara rispondenza la vitigno. Questo, per un vitigno in crescita, non è un problema da poco.

 

 

Riesling: voto 7

 

Non a caso li mettiamo dopo i Kerner! Per la prima volta infatti dedichiamo anche a questo vitigno un gruppo a sé stante e sempre nei Riesling troviamo (in maniera diversa però ) lo stesso problema di riconoscibilità stilistica dei Kerner. In realtà questa diversità possiamo attribuirla principalmente ai tempi con cui gli aromi primari di agrumi e fiori si terziarizzano in note classiche di idrocarburi. Alcuni riesling li sviluppano praticamente subito, altri dopo un anno o due. Il problema è riconducibile, crediamo, alla giovinezza dei vigneti e speriamo che in futuro ci sia una maggiore armonizzazione. Per quanto riguarda l’annata 2014 constatiamo l’ovvio, e cioè che il riesling si adatta benissimo a vendemmie “nordiche”.

 

 

Pinot Bianco: voto 7-

 

La categoria più numerosa dei nostri assaggi. Quasi quaranta vini e, pur non raggiungendo le eccezionali punte del 2013, siamo felici di constatare che il Pinot Bianco in Alto Adige è veramente a casa sua. Anche nel 2014 riesce ad unire freschezza a finezze floreali e a giusto corpo. Qualcuno è indubbiamente figlio “di un’annata minore” ma anche i vini meno convincenti danno la sensazione di poter migliorare nell’arco di 6-8 mesi.

 

 

Gewürztraminer: voto 7.5

 

Una vendemmia “disumana” ha portato a dei GW molto umani, dove eleganza e linearità espressiva hanno sostituito zuccherosa presenza e sdolcinata potenza. I GW del 2014 hanno meno zuccheri residui ma non per questo sono più amari nel finale. Hanno buona eleganza e sono anche molto più abbinabili a tavola. Chi amava Gewürztraminer quasi da meditazione rimarrà forse deluso, ma chi crede che con un GW si possa anche pasteggiare troverà nei 2014 la piacevole conferma.

 

 

Uvaggi bianchi: voto 6.5

 

La bella notizia è che il miglior uvaggio del 2014 arriva da uve resistenti a oidio e peronospora, sdoganando così dal punto di vista qualitativo vitigni che facevano storcere il naso a molti puristi. Per il resto, anche di fronte a buone interpretazioni, continuiamo a ritenere l’Alto Adige terra di vini da uve in purezza.

 

 

Altre uve: Voto….

 

Moscato, Sylvaner, Veltliner: i campioni di queste uve erano talmente pochi che non possiamo dare un voto. Possiamo solo constatare che in questo “gruppo misto” ci sono due dei vini migliori di tutti gli assaggi.

 

 

In conclusione, aldilà di una media  matematica, i bianchi altoatesini del 2014 sono quasi sempre piacevoli e riconoscibili, grazie ad un mix di “pulizia enologica e concretezza agronomica”. In altre parole in provincia di Bolzano, anche in annate difficili, i produttori danno comunque garanzie al consumatore finale, che può contare anche su un buon rapporto prezzo-qualità.

 

E anche la sede dove abbiamo fatto la degustazione, cioè "il Circolo Cibus"  di Gianpaolo Giacomelli a Castelnuovo Magra ha un ottimo rapporto qualità-prezzo…. Grazie Gianpaolo!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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