Barolo 2007 e Barbaresco 2008: conferme e non solo3 min read

Ed eccoci a pubblicare le degustazioni langarole di Barolo e Barbaresco. Prima di tutto ringraziamo chi ha reso possibile questi assaggi e quindi Albeisa con la sempre organizzatissima Nebbiolo Prima e la Wellcom per avere ospitato il Gruppo IGP ad ottobre.

A questo proposito: chi ha letto i risultati delle degustazioni IGP deve sapere che qui troverà valutazioni molto diverse. Quella infatti era una media tra cinque degustatori, questi invece sono i punteggi esclusivamente di Winesurf. ma veniamo ai vini

 

Barbaresco 2008

A guardare la suddivisione delle quattro stelle ( una a Neive, uno a Barbaresco ed uno a Treiso), quasi  da Manuale Cencelli , sembrerebbe che le differenze evidenziate a maggio (vedi) si fossero smussate. In realtà basta andare a vedere le dieci 3.5 stelle ( 4 a Treiso e Barbaresco e 2 a Neive) per intravedere capire come questa differenza sia rimasta praticamente intatta.

Aldilà comunque delle differenze comunali ,dal 2008 ci saremmo aspettati di più. Forse sarà presto, forse i vini avranno ancora bisogno di tempo per aprirsi, ma la sensazione generale attuale non è certo di completa positività.

Questa “non completa positività” forse non dipende nemmeno tutta dall’annata ma da una certa e sempre più accentuata “differenza qualitativa” ad aziendam. Insomma, ci sembra che il territorio di questo grande vino vada a velocità molto diverse. Vi sono aziende che anno dopo anno presentano grandissime vette qualitative ed altre invece che riescono a malapena a sbarcare il lunario della sufficienza.

In un momento in cui i territori andrebbero visti nel loro insieme, queste differenziazioni certo non giovano. Ne parliamo adesso ma le notiamo da diversi anni e la speranza di un “innalzamento della base” è ancora ben presente in noi, anche se subisce spesso battute di arresto .

Per concludere: confermiamo il  7.5 alla vendemmia 2008, con punte attorno a 9 e diverse “basi” che arrivano a malapena a 6. Una vendemmia in cui è importantissimo non andare a caso ma sapere con precisione cosa cercare.

 

Barolo 2007

Invece col Barolo 2007 si può  entrare più tranquillamente in enoteca: infatti siamo di fronte ad una vendemmia sicuramente calda, forse non eccelsa, ma con una qualità media ed una prontezza di beva di ottimo livello. Prova ne siano non tanto i due 4.5 stelle o gli otto 4 stelle ma i ben trentadue vini che hanno raggiunto le 3.5 stelle e la miriade attestatasi  a 3.

I difetti di questa vendemmia? Alcol piuttosto alto e freschezze che in diversi casi latitano. I pregi sono però una prontezza ed una tannicità salda ma già godibile  ed un espressione aromatica precisa e di buona complessità. La sensazione di “rovesciamento” avuta nei primi assaggi, per esempio con Serralunga che pareva mostrare meno tannini di altre zone più eleganti, è rientrata, riportandoci ad una tranquilla analisi , senza troppe rivoluzioni.

In soldoni ci è successa  la stessa cosa accaduta lo scorso anno con i Barbaresco 2007: eravamo partiti con valutazioni non molto positive per poi ricredersi negli assaggi fatti più avanti nel tempo.

Anche col Barolo 2007 ci siamo dovuti ravvedere. L’annata non sarà da 10 ma sicuramente si apre in tempi brevi e risulta molto più godibile adesso di un 2006 o, forse, di un 2004.

In queste note positive vi sono anche delle ombre,  specie sui vini di Monforte (su cui si spera che il tempo sia galantuomo, anche se le dosi di legno piccolo in campo non ci fanno ben sperare) mentre i segnali più positivi ci arrivano dall’eleganza e dall’equilibrio dei Barolo di Castiglion Falletto, che presentano spesso anche una freschezza ammirevole. Non scordiamoci anche le belle austerità di zone come Le Rocche dell’Annunziata ed in generale la gustosa struttura dei vini di La Morra.

In definitiva il voto all’annata va sicuramente alzato e portato ad un 8 tondo tondo, con alcune vette da 9/9.5 godibili sin da subito.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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