Barolo 2004 e Barbaresco 2005, ecco le degustazioni.3 min read

Praticamente è finita 2,43 a 2,42 per il Barbaresco sul Barolo….ma………
Dopo gli assaggi di 230 tra Barolo (160) e Barbaresco (70), dal punto di vista puramente numerico la media stelle vede prevalere per un centesimo di punto il cugino più piccolo rispetto a quello che viene definito Re dei vini.

Qui finiscono le cifre che vedono avanti il Barbaresco ed iniziano i ragionamenti che lo fanno passare al secondo posto e non di poco. Infatti i nostri assaggi hanno trovato una media di Barbareschi piuttosto buoni ma comunque o già pronti o con una specie di vuoto a centro bocca, un “vorrei ma non posso” che, accanto a tannini spesso ruvidi,  sembra la caratteristica saliente dell’annata. Annata certamente non esaltante per dei vini da invecchiamento, questo è vero, ma i tannini crudi di alcuni, affiancati da quella specie di vuoto sopra accennato non fanno propendere da una parte per una grande serbevolezza e dall’altra per una immediata e piacevole fruibilità. Quelli invece già abbastanza pronti sono esenti dal secondo problema ma dovranno indubbiamente anch’essi fare i conti con il primo.

Sui Baroli il discorso è completamente diverso: intanto l’annata è di quelle importanti, da cui sono nati vini comunque di grande impatto: il problema attuale di molti è l’estrema giovinezza, specie nella parte aromatica, che risulta sempre un po’ chiusa e sottotono. In bocca invece si trovano fior di strutture, adesso magari con tannini ruvidi (ma non rustici)  che non possono che migliorare nell’invecchiamento. Quindi il Barolo 2004 è un vino che ha appena iniziato la sua vita, mentre il Barbaresco 2005 è, in qualche caso a metà del guado in altri un prodotto che mostra muscoletti che difficilmente lo porteranno lontano.

In questa situazione non eccezionale del Barbaresco, ci sembra giusto sottolineare i meriti dei quattro produttori che hanno raggiunto le 4 Stelle con vini di assoluto livello. Neanche tanto stranamente  i vini vengono da terreni o con ottima pendenza e/o, nel caso dei due Basarin, con notevole componente sabbiosa. Queste due concause ( in un’annata dove le rese sono rimaste piuttosto alte anche a causa di un buon numero di precipitazioni) hanno creato un notevole effetto “drenante” che forse è alla base di uve quasi perfette e quindi di questi ottimi risultati. Inoltre su terreni con buona componente sabbiosa i tannini raggiungono una finezza maggiore senza per questo perdere in consistenza e longevità. Chiudo facendo notare che i quattro migliori Barbaresco dell’annata appartengono due al comune di Neive, uno a Treiso ed uno a Barbaresco.

Se facessimo la stessa suddivisione comunale nei Barolo 2004 (sempre riferendosi ai vini che hanno ottenuto i punteggi più alti e quindi undici 4 Stelle e due 5 Stelle) vedremmo che la parte de leone la fa Barolo, con vini appartenenti a crù storici come Cannubi, Cannubi Boschis o Brunate. Quest’ultimo ha dato grandi risultati anche nel versante di La Morra, che per il resto si è ben comportata, specie nella zona delle Rocche dell’Annunziata. I rimanenti alti punteggi sono andati quasi equamente  divisi tra gli altri comuni, anche se  ci saremmo aspettati di più dalle altre tre sorelle: Castiglion Falletto,  Monforte e Serralunga a cui diamo comunque il “beneficio d’inventario” essendo convinti che la giovinezza e chiusura di diversi vini si esplicherà in maturità complesse che ci daranno negli anni grandi soddisfazioni.
In definitiva crediamo che questo 2004 sia veramente un’ottima annata, che sarà al suo top “naso-bocca” tra almeno 3 anni. Un’ ultima annotazione sui colori che confermano la completa inversione di tendenza e ripropongono rubini con note aranciate che “toccano il cuore” di chi ama quel vitigno meraviglioso che è il Nebbiolo

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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