Bardolino 2014: che buono il vino allegro!3 min read

Durante i nostri assaggi del Bardolino, più volte abbiamo esclamato allegramente "Ola brindo!”

 

Ma voi magari volete sapere qualcosa della qualità dei bardolino degustati?  Basta dire lodi ar bon!

 

Però il bardolino si vende male, spunta prezzi bassi, ha un mercato difficile…sapete cosa dico? Bon la rido!

 

Adesso basta scherzare e anagrammare la parola Bardolino, anche se per un vino del genere le degustazioni andrebbero fatte con più allegria e meno seriosità, perché siamo di fronte ad un vero e proprio “vino allegro”.

 

Infatti non vi mette allegria un rosso che da giovane profuma di frutta rossa e nera, di spezie e di fiori, che in bocca ha tannicità equilibrata e stuzzicante,  buon corpo, freschezza, si adatta a moltissimi piatti anche di pesce, invecchiando qualche anno non perde le sue caratteristiche ma le affina e, last but not least, costa tra i 5 e i 9 euro a bottiglia?

Se questo non è un vino allegro, se versandone un calice ad un amico non possiamo che definirlo “o nobil dar” allora il mondo del vino ha perso la trebisonda e non ha capito di avere tra le mani quasi la quadratura del cerchio.

 

Ma scendiamo un po’ dal mondo dei bei sogni e ammettiamo che i poco più di 30 Bardolino e Bardolino Classico da noi assaggiati rappresentano la punta qualitativa dell’Iceberg. Poco più di un milione di bottiglie a fronte di un mare magnum quasi dieci volte superiore, dove spesso la qualità è molto inferiore e per questo rischia di portare verso il basso chi produce con attenzione e grande competenza.

Questo è il vero problema del bardolino: un ventre molle che inficia e rende quasi vano un grande lavoro di qualità che tanti bravi produttori stanno portando avanti.

 

Prendiamo i vini del 2014, annata non certo facile. Più del 50% dei vini degustati hanno ottenuto almeno 3 stelle e se ci mettiamo anche le 2 stelle e mezzo la percentuale sale ad oltre il 70%…e non stiamo parlando di Barolo o Brunello, ma di un vino che costa da 5 a 10 volte meno.  Certo, qualche tannino era leggermente amaro, qualche vino aveva un’acidità un po’ scomposta, ma mediamente l’assaggio è andato bene e questo, oltre a farci un gran piacere, ci fa anche ben sperare per i rossi targati 2014.

 

Se in un’annata così difficile si ottengono risultati di questo tipo, vuol dire che il vino ha i suoi bei quarti di nobiltà, che si evidenziano però in piacevolezza, eleganza  e non in struttura e potenza. Per questo non credo nel Bardolino Superiore, che nella migliore delle ipotesi rischia di fare la guerra al Valpolicella, senza riuscire a farsi conoscere ed apprezzare.

 

Per assurdo ma neanche tanto sarebbe più giusto creare un “Bardolino inferiore”, cioè un IGT semplice che, visti i costi del Bardolino non sarebbe nemmeno ad ulteriore rimessa economica ma permetterebbe al vero “Vino Allegro” di spiccare il volo.

 

In conclusione molti Bardolino 2014 sono veramente buoni: hanno “ali d’or bon”  ma  rischiano di rimanere inchiodati a terra.

 

Riflettete, produttori, riflettete..

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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