Barbaresco 2010: una buona annata “a gambero”3 min read

Ed eccoci ai primi risultati degli assaggi congiunti “maggio-novembre” svolti sia a Nebbiolo Prima sia durante il tour dei Giovani Promettenti (IGP) fatto in Langa ai primi di novembre.

Partiamo con i Barbaresco 2010 per poi, tra qualche giorno parlare dei Barolo 2009. Prima di tutto però devo ringraziare chi ci ha permesso di fare queste assaggi e cioè Albeisa e il Consorzio del Barolo, Barbaresco, Alba , Langhe e Roero.

A proposito di quest’ultimo vino devo ripetere quanto già scritto in precedenza. Visto il numero esiguo di Roero 2010 portati in degustazione a novembre non mi sento in grado di dare un giudizio circostanziato su questa vendemmia, tantomeno di pubblicare  i risultati degli assaggi di uno sparuto gruppetto di vini.

Veniamo quindi ai Barbaresco 2010 che, come dichiarato qui , a maggio mi avevano in generale convinto. Con il senno dell’esperto o presunto tale mi aspettavo grandi cose dall’assaggio di novembre e invece mi sono dovuto in parte ricredere. Infatti un buon numero dei vini assaggiati non solo non sono migliorati ma in alcuni casi sono risultati o più chiusi o troppo maturi e soprattutto più riottosi in bocca dell’assaggio maggengo. Non chiedetemi una spiegazione  perché l’ho chiesta io ad alcuni produttori che avevano constatato la stessa cosa nei loro Barbaresco ed anche loro non hanno saputo cosa dire. Resta il fatto che l’assaggio di novembre non mi ha esaltato ma  questo non mi porta a cambiare il giudizio dato a maggio, anche perché la media stelle del 2010 (2.68) è leggermente superiore a quella del 2009 ( 2.63) che a sua volta era risultata la più alta dal 2002. Mi porta solo a constatare che questa vendemmia sarà “metereopatica” o “ a gambero” e potrà avere evoluzioni  e involuzioni imprevedibili.

Nonostante questo  l’avere oltre il 55% dei vini con un punteggio da 3 stelle in su (che diventano ben il 77% se si considerano anche le 2 stelle e mezzo) dimostra che l’annata è comunque di valore.  Ma questo valore come si esprime? Al contrario dell’assaggio di maggio i vini ci hanno convinto più in bocca che al naso, con una tannicità ruvida ma vera ed una struttura elegante, anche se in fase di assestamento. Credo sia importante sottolineare come molte aziende che usano solo legno piccolo in questo momento abbiano mostrato le maggiori scompostezze in bocca, mentre a maggio le stesse esibivano discreta rotondità:  il legno piccolo porta indubbiamente a tempi e modi di maturazioni diversi, accentuati da un’annata  particolare come questa. Il dubbio maggiore su questa vendemmia ci viene da una discreta serie di nasi che accanto a note balsamiche mostrano un frutto piuttosto maturo, facendoci presagire un’evoluzione non parallela tra naso e bocca.

In definitiva confermo che il 2010 è un annata di buon livello, con un punteggio medio attorno al 7.5 e mentre lo dico ribadisco che potrà avere alti e bassi nei prossimi anni, a volte diventando impenetrabile come la mitica “mai pronta” 1996, a volte piaciona e facile come la 2007.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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