Questo Campo alle More 2021, da vigneti sopra ai 500 metri, è proprio un bel Pinot Nero: frutta di bosco al naso, corpo importante e succoso con tannini dolci, setosi e avvolgenti.
L’annata 1993 non fu certo eccezionale, ma in Valpolicella, a parte per coloro che ad agosto si sono visti falcidiare vari filari a causa delle grandinate, è stata sicuramente buona, più qualitativamente che quantitativamente.
I 2024 degustati in diversi casi hanno mostrato un corpo non certo possente ma comunque una freschezza e una struttura che li colloca nella parte alta tra tutti i bianchi degustati fino ad oggi.
I profumi sono immediati e facili, come è del resto il DNA di questo vino che può comunque invecchiare benissimo, però da giovane è figlio di un mercato che richiede riconoscibilità e semplicità di beva.
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