Il metapranzo di Ferragosto4 min read

Che fine ha fatto il metaverso?


Doveva cambiare tutto e dare nuove opportunità a chi non le ha mai avute ma si è volatilizzato. Forse è diventato un parco giochi con avatar senza gambe e gente che compra cravatte per i propri cani digitali. Eppure, c’è chi ci crede ancora. Tipo me che alla vigilia di ferragosto, con i luoghi di montagna e di mare pieni come un raviolo, si ritrova senza nulla da fare e con nessuna voglia di cucinare. Allora, mi son detto, entro nel metaverso per mangiare, di sicuro la buona digestione sarà assicurata.

Mi registro, cerco e dopo un po’ ecco apparire l’allettante invito.  “Degustazione sensoriale immersiva con pairing emozionale. Cibo 4D, vini profilati sul tuo pensiero digitale.”
Mi aspettavo qualcosa tra Guida Michelin, Cucine da Incubo e una puntata con la Clerici.
Sono finito da Binary Bites, ristorante di punta nel quartiere gourmet del Metaverso. In cucina intravedo una che assomiglia a Benedetta Parodi.

Appena mi siedo, il mio avatar viene automaticamente abbellito da un algoritmo fashion: baffi a manubrio, papillon fluorescente e un grembiule con scritto “Kiss the Cook 2.0”. Finalmente sono bello anche io, non male per un inizio.
Il tavolo è il n.404. Esatto, quello che non esiste.

🧀 Antipasto: Burrata Olografica & Pixel di Pomodoro

Appare fluttuando, con una colonna sonora tra “Interstellar” e la suoneria di una cabina telefonica.
Il cameriere è inquietante: è Stanley Tucci con il mio libro sull’Albana di Romagna, che mi guarda come farebbe Silvestro con Titti. Il bot che lo imita ha invece voce vellutata, sorriso apparentemente rassicurante, ma mani a pinza e sguardo da server Apache.

Questa burrata è stata renderizzata con un algoritmo italiano che simula il battito d’ali delle bufale felici,” dice con convinzione.
“Le bufale non volano.”
“Solo nella vostra dimensione, signore.”

Il gusto? Presunto eccellente. Il visore mi invia impulsi cremosi e scosse lievi ai molari.
Il Prosecco abbinato (versione 2.3) emette bollicine sincronizzate col mio battito cardiaco. Che accelera ogni volta che appare il conto stimato in MetaCoin.

🍝 Primo: Spaghetti all’Amatriciana Quantistica

Esistono solo quando li guardi. Se distogli lo sguardo, puff.
Il cameriere-Stanley mi spiega: “Un omaggio alla fisica della fame.”
“E se ho fame vera?”
“Nessun aggiornamento disponibile, signore.”

Il guanciale emette calore virtuale e odore retrò. Il vino (Cesanese Tipiglio blockchain-certified) mi racconta le emozioni del vignaiolo durante la vendemmia 2022. Ha avuto una brutta settimana. Lo sento nel tannino.

🥩 Secondo: Bistecca Blockchain & Verdure NFT

Compare con tanto di contratto intelligente e disclaimer: “Mangiando accetti i termini e condizioni dell’universo.” Ma solo a metà, ironizzo inutilmente.
Ogni morso sblocca un achievement:

  • “Tannino Friendly”
  • “Livello Umami Intermedio”
  • “Sopravvissuto al Menù v6.9”

Le verdure NFT sono imprevedibili. La mia carota viene venduta in tempo reale a un collezionista di Singapore. Provo a riaddentarla: è già di qualcun altro.

🍰 Dolce: Tiramisù in Realtà Aumentata

Magia pura. Il mascarpone danza. Parte Caruso. Io piango.
Il vino abbinato, un Albana di Romagna AR edition, genera ricordi fittizi ma dolcissimi: una domenica in campagna, una partita di bocce mai giocata, la risata di un padre sconosciuto.
Tento di abbracciare il dolce. Abbraccio la lampada che mi ustiona gli avanbracci.

🧾 Il conto

847 MetaCoin + gas fees + tariffa emozionale + rendering del cucchiaio + uso temporaneo del concetto di “gusto”.
Inclusi nel prezzo:

  • una zucchina NFT che ora è il mio commercialista
  • tre incubi digitali
  • l’impressione persistente di aver mangiato. Forse.

Voto finale: 9.1/10
Se volete ridere, piangere e dubitare della realtà, Binary Bites fa per voi.
Se invece vi basta un buon piatto di tagliatelle al ragù, lasciate perdere il visore. E correte alla prima Trattoria. Ma sappiate che non vi offriranno mai un tiramisù che vi chiama per nome.

BUON FERRAGOSTO A TUTTI

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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