Piccolo quiz per degustatori seriali: sapete quale è il luogo più adatto per degustare? E’ la sala che il nostro Gianpaolo Giacomelli si è attrezzato sotto casa. Spaziosa, silenziosa, con un bel giardino davanti per riposare le stanche membra.
Se poi ci mettiamo il fatto che il suddetto Gianpaolo non solo si fa arrivare i vini, ma li smista, li numera, li anonimizza, li mette in frigo adatti e trova anche chi è contento di venire a servirceli durante la degustazione, il cerchio si chiude ed il premio “Miglior luogo per degustare 2014” va a Giampaolo di diritto.
In questa sala, serviti e riveriti, non solo abbiamo assaggiato tutti i vini altoatesini ma ad inizio agosto ci siamo fatti anche i bianchi liguri. Un’ottantina di vini che ci hanno mostrato ancora una volta quanto sia cresciuto il vino ligure. Procediamo con calma: dando un’occhiata il giorno dopo ai punteggi mi sembrava di essere davanti al manuale Cencelli fatto vino. Infatti i tre punteggi più alti se li sono presi un vermentino ed un Pigato della Riviera di Ponente ed un Vermentino dei Colli di Luni, a seguire (con 3.5 stelle) un Cinque Terre, un altro Pigato ed un altro Vermentino di Ponente e due Vermentini dei colli di Luni. Se questo non è ecumenismo enologico o cencellismo degustatorio….
Naturalmente i voti non sono stati dati con questi concetti e i vini che li hanno ottenuti se li sono proprio meritati anzi, forse qualcuno si sarebbe meritato anche di più. Ma guardando i voti la cosa che mi ha colpito di più è l’incredibile numero di vini che hanno preso almeno tre stelle: ben 44 su ottanta degustati! Quindi molto oltre il 50% degli assaggi, in più con solo tredici vino che non hanno superato le due stelle. Se ci mettiamo anche le tre stelle ancora quasi equamente suddivise, non può voler dire che una cosa: da levante a ponente i bianchi liguri hanno oramai raggiunto un livello qualitativo di assoluto rispetto.
In più lo hanno raggiunto in un annata non certo facile dove, se vogliamo essere pignoli, alcuni Vermentino di Ponente ci sono sembrati un po’ carenti nel corpo e qualche Cinque Terre ha note molto, troppo mature al naso. Fermi tutti! In effetti ci siamo scordati una cosa importante e cioè che quattro vini su ottanta sono stati esclusi dagli assaggi per chiari difetti. Questo è certamente il piccolo colpo di coda della vecchia enologia ligure ma la strada principale ci sembra oramai tracciata e tracciata bene.
Il fatto che ci siano più Vermentino dei Colli di Luni con punteggi alti può dipendere solo dal fatto che in degustazione erano più numerosi degli altri. Un mio parere personale è che il vitigno che sta facendo più passi in avanti sia il Pigato e lo fa rimanendo fedele a se stesso, mentre pur nell’alto livello il Vermentino ancora non ha trovato una sua precisa connotazione aromatica a causa di alcune “fughe in avanti” che comunque sono abbastanza circoscritte.
Torniamo al Pigato: in un’annata dove trovare corpo non era facile (specie per un Pigato..) quasi tutti i vini invece lo hanno mostrato in maniera più che sufficiente, con accanto una sapidità in alcuni casi rimarchevole. Sapidità che troviamo anche nei Vermentino, più in quelli dei Colli di Luni ma rispetto alla calda 2012 i vermentino della Riviera di ponente hanno fatto grossi salti in avanti sia in freschezza che in equilibrio.
Che dire in conclusione: a questo punto i produttori liguri devono solo migliorare…nella comunicazione, per evitare che il nostro bravo Gianpaolo debba scialacquare ore e euro al telefono o in macchina solo per riuscire ad avere due campioni…capito il messaggio??
Alla degustazione hanno partecipato Gianpaolo Giacomelli, Pasquale Porcelli e Carlo Macchi