AGOSTO 2008: caldo, un po’ secco, ma forse normale!4 min read

Finalmente mi trovo a scrivere di un mese di agosto ritornato nella norma, a differenza degli ultimi che erano diventati  un incubo per i vacanzieri, con maltempo diffuso e piogge (vi risparmio la memoria del 2007 e del 2006).
Nel frattempo volevo ricordare che cinque anni fa raggiungeva l’apice la più intensa ondata di calore della recente storia europea, frantumando record storici e mietendo, purtroppo, anche vittime. Tra il 2 e il 7 agosto 2003 il 70% del territorio italiano rilevò temperature massime superiori ai 35°C, con punte di 38-40°C su moltissime località pianeggiati del centro-nord. Il 5 Firenze toccò 41.1°C, Milano 38.3°C, Verona e Piacenza 38°C, Bologna 39°C, Ferrara 39.6°C e Arezzo 38.4°C, mentre sui 1459m del Passo Resia la colonnina di mercurio si portò addirittura sui 31°C.  A distanza di 5 anni la situazione meteorologica agostana ha avuto picchi di caldo notevoli ma comunque molto diversi da quelli del 2003. Elemento utile per ribadire una volta di più l’assoluta eccezionalità di quella che per molti fu ‘l’estate del secolo”. 

I dati scientifici confermano che il mese di agosto 2008 è comunque risultato caldo, con un valore medio nazionale di +1,5°C rispetto alle medie CLINO (1961-1990), ma meno rispetto alle medie NOAA (1968-1996). I dati climatici a disposizione sottolineano soprattutto la grande anomalia che ha colpito le regioni adriatiche e orientali in genere, con una anomalia addirittura di +2°C e oltre. In effetti ha soffiato spesso lo scirocco. Meno evidente l’anomalia nel settore tirrenico e occidentale in genere, che hanno beneficiato di venti occidentali meno caldi.
Ma più che le temperature a preoccupare sono state le precipitazioni con uno stato siccitoso su 3/4 del paese: infatti le uniche eccezioni sono state le zone a ridosso delle Alpi, e soprattutto quelle nord-orientali.
Qui è piovuto di più, abbiamo avuto zone tempestate dalla grandine, ma ricordiamo che per molte regioni questo stato di siccità dura da luglio, e per alcune addirittura da giugno.

Nel frattempo nei vigneti si sta completando il decorso del 2008, che dopo i forti anticipi dello scorso anno, ha riportato il calendario vegetativo più vicino a quello considerato normale; in molte aree si registra addirittura un ritardo.
Si sta delineando, anche per quest’anno, un’Italia divisa in due, ma a differenza dello scorso anno, però, è il Meridione a mostrare recuperi significativi a fronte di un Nord che sostanzialmente conferma i livelli dell’anno precedente.
In alcune aree del Nord e del Centro, si segnalano livelli produttivi inferiori con l’incognita sanitaria, dati i focolai fungini dell’inizio annata. Per quanto riguarda il Sud, tranne dove si sono verificati grandine e temporali estivi violenti, la situazione risente della mancanza idrica, anche se i livelli produttivi si presentano buoni ed abbastanza sani.
Naturalmente in questo momento ci tocca  prendere in mano la sfera di cristallo e fare delle previsioni sull’annata che andremo a portare in cantina: quantità e qualità dei raccolti, vendemmia da ricordare o meno, stelle, ecc.. Ma per adesso limitiamoci alla quantità.
Al il Nord-Ovest, si rileva un’annata non certo facile in particolare dove sono segnalati ritardi vegetativi rispetto alle precedenti annate. Questo soprattutto per gli oltre trenta giorni di pioggia primaverili, anche se per come era partita la stagione, la situazione può dirsi molto buona ed interessante.
Al Nord fa eccezione l’Emilia Romagna, per la quale si prevede una decisa ripresa rispetto al 2007. Scendendo nelle regioni centrali si osserva il forte recupero atteso nelle Marche e prospettive di crescita, anche per la Toscana, dove lo sviluppo vegetativo è nella norma e la situazione è piuttosto buona su tutto il territorio regionale.
Per il Lazio si attende una produzione superiore rispetto a quella dello scorso anno dovuta a un inverno regolare che ha fatto partire puntualmente il ciclo vegetativo; inoltre “la cacciata” è stata ottima. Non sembra, invece, che il 2008 sarà una delle annate più generose dal punto di vista produttivo per l’Umbria. Scendendo verso il sud della Penisola i recuperi produttivi attesi sono molto significativi a partire dall’Abruzzo. Tutto procede per il meglio in Puglia, con una produzione che si presume possa tornare in linea con la media degli ultimi cinque anni. In recupero anche il vigneto della Campania, dove la situazione sembra evolversi secondo un calendario normale. Attese per un riallineamento della produzione sui livelli medi degli ultimi cinque anni per Calabria, Molise e Basilicata. Il ritorno sulle medie stagionali è stimato anche in Sicilia, regione che più di ogni altra lo scorso anno aveva subito perdite produttive dovute a siccità e maltempo. Passando, infine, alla Sardegna, si prevede una stabilità dei volumi rispetto allo scorso anno e una buona qualità delle uve.
Adesso aspettiamo di vedere cosa farà il tempo nel prossimo periodo e prima della raccolta delle uve, e poi potremmo completare il quadro della stagione!

Davide Ferrarese

 

Davide Ferrarese

Davide Ferrarese, agronomo e profondo conoscitore del Piemonte agricolo, per diversi anni nostro “metereologo ufficiale” ci ha lasciato in eredità tantissimi interessanti articoli.


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