Quest’anno il nostro incontro con il mondo del Colfondo Agricolo ha avuto come sfondo le colline di Conegliano che sono più “possibiliste” rispetto a quelle di Valdobbiadene, nel senso che hanno spigoli meno acuti, maggiore dolcezza e così rendono possibile una viticoltura meno estrema ma altrettanto importante in quanto a risultati.

Conegliano e Valdobbiadene sono due facce del Prosecco DOCG, a cui si aggiunge quella di Asolo, creando un vero e proprio Giano non bifronte, bensì trifronte, da oltre 110 milioni di bottiglie DOCG (senza considerare i quasi 650 milioni a DOC). Veri colossi, per rimanere nel mito Golia enoici che però hanno al loro interno un piccolo ma interessantissimo Davide, il Colfondo Agricolo.
Siamo al secondo anno dei nostri assaggi di Colfondo Agricolo, associazione fondata da pochi anni e che adesso raccoglie 19 giovani produttori, che per regolamento devono in primo luogo essere iscritti alla FIVI e per produrre il Colfondo Agricolo devono anche seguire tutta una serie di regole che potrete trovare qui.
Il Davide Colfondo Agricolo non può minimamente mettere paura al Golia Prosecco: siamo nemmeno a 250.000 bottiglie e poi non crediamo che i 19 giovani produttori vogliano mettere in dubbio la forza dell’altro vino, che per tutti loro è sempre e comunque il primo prodotto aziendale, come numeri e fatturato.

Semplicemente il Colfondo Agricolo è una bella idea che affonda le radici nella storia di questo territorio ma che per certi versi è oggi un vino “meravigliosamente al contrario”.
Infatti in una terra che sforna milioni di bottiglie con residui zuccherini anche importanti, il Colfondo Agricolo è un vino secco e questo è un punto da tenere ben presente, inoltre di fronte a Prosecco che ormai arrivano oltre i 12° questo è un prodotto che spesso non supera i 10.5° e in un momento in cui il mercato cerca vini con gradazioni contenute questo vino potrebbe essere una valida risposta. Inoltre è un vino frizzante, quindi al massimo può arrivare a 2.5 atmosfere, rispetto alle 5/6 dei metodo classico e, come mi hanno insegnato i vecchi di questa meravigliosa terra, bere frizzante è meno invasivo che bere vini a 5/6 atmosfere.
Insomma, il Colfondo Agricolo ha tutta una serie di “controcarte in regola” per non rimanere solo quello splendido giocattolo di adesso ma diventare un vino adatto (anche per il prezzo) a tutte le tavole italiane.
Ci scordavamo una cosa importante, forse la più importante: sono vini molto buoni!
Lo vogliamo ribadire perché il mondo dei rifermentati in bottiglia è una vera e propria bolgia infernale, piena di prodotti che, spacciati per naturali o unici, sono spesso soltanto raffazzonati e imperfetti. I Colfondo Agricolo invece, dal primo all’ultimo, non debordano verso questa deriva e tengono la barra enologica dritta.

Lo abbiamo constatato anche quest’anno degustando i 2022. Sono vini che hanno piacevolezza innata ma non si fermano a questo, mostrando buona struttura e una dinamica complessità. Prima ho detto che sono vini secchi ma in bocca, grazie ad una buona maturità delle uve, hanno una rotonda dolcezza che ben si sposa con sapidità e freschezza che sembrano ignorare le annate calde che si sono succedute.
I colfondisti piano piano stanno anche pensando di dimostrare a tutti che questi vini possono anche invecchiare bene, specie nell’arco dei 5-7 anni. Se proprio ci dobbiamo pronunciare reputiamo questi vini perfetti attorno ai 2/3 anni di vita, ma tra qualche anno saremo pronti a rimangiarci questa frase, magari accompagnata da un calice di buon Colfondo Agricolo.