Questionario “OCM Quiz”: la strage dei poco innocenti.1 min read

Come preannunciato avevamo preparato un piccolo questionario (vedi) per stabilire la conoscenza di questa importante normativa europea da parte di politici, responsabili di consorzi di tutela e comunque di coloro che, per lavoro, devono addentrarsi nei suoi meandri burocratici e trarne regole e/o proficui consigli per i produttori. A tutti loro, approfittando del fatto di averli a disposizione, avevamo intenzione di proporglielo durante il Vinitaly.

Il giovedì mattina abbiamo iniziato a tampinarli ed abbiamo fiutato subito un vento strano: tra chi non accettava di rispondere subito “Adesso è un problema…. forse è meglio dopo il Vinitaly… mandatemelo in ufficio…” (e si percepiva quanto poco conoscesse l’argomento) e chi accettava (anche asserendo di essere molto preparato sull’argomento),  la conoscenza della materia era molto scarsa. 

Morale: potevano pubblicare le risposte di chi è stato così gentile da dedicarci il suo tempo, facendogli però fare un figura barbina, specie nei riguardi di quelli che avrebbero voluto compilarlo in ufficio (o magari farlo compilare  alle proprie segretarie). Questo non ci sembrava giusto e quindi, dopo almeno venti-venticinque tentativi, abbiamo deciso di rimettere i remi in barca.

Ma non possiamo esimerci dal dire, a chiare lettere, che quello che è successo dimostra chiaramente che ben pochi di quelli che dovrebbero conoscerlo bene, hanno idee chiare sul contenuto dell’ OCM vino.
Poi non ci lamentiamo se si sente dire (e si legge) tutto ed il contrario di tutto. Capiamo che diversi punti possono essere interpretati in maniera diversa ma su tante cose  il marasma di articoli ed affermazioni contraddittorie è dovuto alla non conoscenza della materia.

C’è di che esserne felici……

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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