La stampa estera a portata di clic: La Revue du Vin de France, n. 608, 20174 min read

Chenin blanc della Loira al centro della copertina e prima grande degustazione della sezione dedicata: una grande varietà ancora relativamente poco conosciuta, che può essere declinata  come spumante, vino secco o liquoroso.

Gli altri titoli: Londra, Babele del vino; Vini bio in degustazione a Marsiglia; Top 50  Syrah del Rodano; i vini  con la voile; intervista al proprietario di Haut-Brion; apoteosi del Domaine d’Aupilhac in Languedoc; gli uomini-oscar del vino nel 2017. 

 

Nel suo editoriale, in apertura, Denis Saverot , “Il canto degli artigiani”, parla del vincitore del premio 2017 riservato ai vignerons, Anselme Selosse.

L’intervista a Robert de Luxembourg, proprietario  dello  Château Haut-Brion e di La Mission Haut-Brion apre i servizi di questo numero.

Le attualità del mese toccano i seguenti argomenti: la lotta ai pesticidi nel Médoc di Marie-Lys Bibeyran; la guerra legale tra i Rotschild e Laurent Mouton, vigneron borgognone di Givry sulla possibilità di etichettare i suoi vini col proprio cognome; apartheid tra le vigne in SudAfrica? 

E ancora: Fabrice Latour cerca il proprio Oregon nell’Auxois; la nuova moda dei grands tours viticoles del mondo; il piano di rilancio di Thierry Blandinières per la Maison Cordier; campionati di Francia di degustazione; che cos’è oggi un Clos?

 

Il vino nei paesi dei minareti, e poi gli “abusivi” delle degustazioni; un bistrot a Montpeyroux; il libro di Michel Dovaz sul cognac; il successo dell’affiche di Michel Tolmer “Épaulé Jeté”; lo Spleen della bottiglia vuota nell’opera pittorica di Bernard Buffet.

 

I ricordi di Pierre Perret, cantante e amante dei vini  e le lettere dei lettori  precedono l’inchiesta  su Londra, la Babele dei vini, dove  è possibile  assaggiare i vini di tutto il mondo: la RVF indica gli indirizzi icona e gli altri luoghi dove è possibile bere qualsiasi vino , dal più semplice ai cru più rari.

 

Alain Juppé, sindaco di Bordeaux è l’uomo dell’anno scelto  dalla RVF per il suo impegno e le sue realizzazioni in favore del vino di Bordeaux.

Gli altri premi del 2017: per i vigneron, Anselme Selosse; Philippe Pacalet per i négociants; Bernard Magrez per l’enoturismo, poi via via tutti gli altri.

 

La pagina di Pitte è dedicata a Curnonsky; il grande accord , tra la Bouchée à la reine (un monumentale vol-au-vent di carne) e il riesling alsaziano di Zusslin; Olivier Poussier consiglia un altro grande alsaziano , un Gewurztraminer Furstentum sul pomelo.

 

La meta enoturistica di questo mese è il percorso tra Bourgueil e Chinon, sulle orme dei Cabernet Franc della Loira. Pierre Casamayor celebra il trionfo del Domaine d’Aupilhac, in Languedoc , e assaggia per la RVF i suoi migliori  cru dal 2001 al 2014.

Un Bourgogne bianco di Givry di dieci anni , il cru Crausot, è il consiglio di François Lumpp per accompagnare l’aragosta alla griglia. Per la serie “Une appellation, deux styles”, sono a confronto gli Champagnes di Charles Hedsieck e Gonet-Mèdeville:  Sophie de Salettes presenta il terroir di Pessac-Lèognan, le cui vigne si spingono fino alle porte di Bordeaux.

Dal 30 gennaio al 1 febbraio, a Marsiglia, si svolge il Salone Millésime Bio. La RVF ha assaggiato in anteprima i migliori vini esposti.

Ancora qualche articolo breve prima della grande sezione finale, dedicata alle degustazioni: mezcals messicani; i coup de coeur dei redattori della RVF (c’è anche un bianco siciliano, il Ramì 2014 della Vinicola COS);  il mercato dei vini, con l’ascesa dei Corna s di Allemand e Clape, Pétrus e Lafleur ancora al vertice della domanda a Pomerol.

 

Ed eccoci alle degustazioni: si comincia con gli Chenin della Loira, nelle sue diverse versioni, spumanti, bianchi secchi,  bianchi demi-sec e  moelleux. Svetta Vouvray, con i grandi nomi classici di Huet e Clos-Naudin, poi i grandi saumurois (Rougeard  e Roches Neuves). 

Il report del 2012 nel Rodano settentrionale vede molte belle riuscite: da notare che i vini al vertice sono tutti compresi tra i i 15 e i 35 euro (il primo posto è per un Saint-Joseph di Gonon); bisogna arrivare al 6° posto per trovare il primo vino della fascia compresa tra i 50 e i 100 euro.

I grandi cru da 400 euro e più la bottiglia?  L’Ermite di Chapoutier è 15°, l’Ex-Voto di Guigal 24°. Naturalmente, a meno di cinque anni dalla vendemmia un Saint-Joseph è più facile da apprezzare di un grande Hermitage o Côte-Rotie, ma…

 

L’ultima degustazione è per i vini con la voile. Non ci sono solo i grandi Vin Jaune del Jura. La RVF presenta i migliori assaggiati in Languedoc, nel Roussillon, nel Sud-Ouest, Savoia e persino nella patria del Tokaji, l’Ungheria , con i vini di Samuel Tinon, francese da molti anni consulente nella regione.

Che altro? Per la tecnica del vino, si parla di rémuage,poi Olivier Poels e Pierre Citerne dibattono su una bottiglia di Château Bel Air Marquis d’Aligre del 1986, un Margaux “ di stile”.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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