La stampa estera a portata di clic:Terre de Vins, n.45, gennaio-febbraio 20173 min read

Ancora Languedoc in evidenza con le migliori 180 cuvées come titolo al centro della copertina.

 

Poi: Formazione nel campo del vino; quaderno speciale sulle cooperative che si danno da fare;  escursione intorno a Maresille; sondaggio esclusivo: il vino nei ristoranti; piatti assaggiati ad Ariège.

 

Si comincia con le vignette di Master Chat (in una si lamenta che, con tutti i cibi per gatti al sapore di fegato, di pollo, coniglio, bue, selvaggina, salmone… non ce n’è nessuno al sapore di topo), poi: Terre de web ( siti, applicazioni, etc. dedicati al vino), le attualità , la scuola del vino, gli appuntamenti della Cité du Vin,  gli eventi del vino (Vinotez-le), le tendenze dell’architettura , con le luci dello Château d’Estoublon…. Il primo servizio è sul vino al ristorante: 8 francesi su 10 pensano che il vino al ristorante sia troppo caro e altrettanti sperano che vi sia una maggiore offerta di vino al bicchiere (davvero tutto il mondo è paese).

 

Poi sono gli esperti a dire la loro  sulle carte dei vini. L’articolo che segue è dedicato alle novità della formazione nel mondo del vino, con i corsi offerti dalle varie scuole. Pierre Galet , un vero papa dell’ampelografia, è il destinatario dell’intervista di Idelette Fritsch.

 

La Saga di questo numero si occupa di un’altra famiglia della Gironda: i Quié, proprietari di Bel-Orme Tronquoy de Lalande, Rauzan-Gassies e Croizet-Bages. Una giuria di  32 assaggiatori, di cavistes  e ristoratori  ha scelto  le cuvées Top della Languedoc (venti pagine di etichette degustate e selezionate per i lettori di TdV), per ciascuna delle numerose appellations della regione.

 

Poi  Laure Goy e Mathieu Doumenge presentano gli Champagnes bio preferiti. Gli accoppiamenti cibo-vino: formaggio Beaufort e avocado. Yohan Castaing presenta una verticale di Châteauneuf-du-Pape  Clos des Papes dal 2004 al 2012.

Laure Goy parla di due vini bio a base di Gamay prodotti alle porte di Lyon, nell’ambito dell’appellation Coteaux du Lyonnais, e subito dopo il Prix Goncourt Yann Queffélec, nella sua rubrica “Fragrant délice”  tesse l’elogio del Café Guitry, ristorante del Théatre Edouard VII a Parigi.

 

Gastronomia: “Aude à l’Italie” è il titolo dell’articolo di Anne-Sophie Thérond sulla cucina della famiglia, va da sé  italiana, degli Antonini, trasferitasi nell’Aude, in un’antica cave vinicola  di Pradelles-en-Val per far conoscere la cucina italiana e i vini toscani; il servizio successivo parla dei fornelli e delle ricette dell’Auberge   d’Antan , nell’Ariège.

 

La gita nei territori del vino di questo numero tocca Marsiglia e le Bouches du Rhône e gli esordi dell’IGP Méditerranée, con una selezione di Domaines, le migliori tavole e i luoghi dove dormire. La seconda escursione è fuori della Francia, a Creta.

 

L’inserto “Coopératives version moderne” parla  delle cooperative del vino più innovative e dinamiche.Poi si chiude, come al solito, con Vinoshopping (gli accessori), i libri e il ritorno delle coulisses di Pierre Arditi, attore e grande appassionato di vini.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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